Decreto Ucraina alle Camere

Conte chiede lo stop all'invio di armi, il Pd in difficoltà cerca una mediazione

Gianluca De Rosa

Crosetto riferisce sugli aiuti militari all'Ucraina mentre in Aula si votano le risoluzioni dei partiti. Manca il testo dei dem: sarà il momento in cui confermare o meno la ferma linea di sostegno al popolo ucraino. I gruppi parlamentari sono spaccati

Per Conte sarà l’ennesima occasione per sventolare la bandiera arcobaleno della pace, per il Pd un pericoloso bivio. Riusciranno i dem a tenere ancora dritta la barra sul conflitto ucraino? La legge di conversione del decreto Ucraina con il quale il governo ha prorogato al 31 dicembre 2023 la scadenza dell’autorizzazione per l’invio di armi a Kyiv  arriverà in aula alle Camere solo a gennaio, ma già oggi ci sarà modo di capire se i partiti confermeranno o meno il mandato che diedero al governo Draghi lo scorso marzo.

Alle ore 9 al Senato e alle 16 alla Camera il successore di Guerini, il ministro Guido Crosetto, riferirà sugli aiuti militari a Kyiv. Subito dopo si voteranno delle risoluzioni d’indirizzo che saranno piena parte dell’approvazione (comunque scontata visti i numeri della maggioranza) del decreto per la proroga dell’invio di armi. All’articolo 1 si legge infatti: “È prorogata fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina”. L’atto di indirizzo preventivo sono proprio  le risoluzioni che domani passeranno al vaglio delle camere.


Per Giuseppe Conte e il M5s sarà finalmente l’occasione di cambiare completamente posizione sul conflitto. Non solo a parole, ma anche con i fatti. Lo scorso marzo i grillini avevano dato il via libera all’invio di armi, salvo poi, poco dopo, iniziare a chiederne lo stop. La risoluzione già pronta per Camera e Senato invece sancirà il nuovo pacifismo del Movimento di Conte. La mozione grillina ruoterà intorno a tre punti. Il primo, fondamentale, chiederà di “non procedere” con il sesto decreto interministeriale per l’invio di armamenti al governo ucraino. Il secondo chiederà, in caso di approvazione della legge di conversione, “una maggiore trasparenza con comunicazioni periodiche del governo” su mezzi inviati e strategia italiana rispetto al conflitto. “Il governo – dicono – sostiene che queste comunicazioni già ci siano, ma non è vero: attualmente i ministri riferiscono al Copasir e quegli atti vengono secretati”. L’ultimo punto è l’ennesima giravolta di Giuseppi. L’avvocato di Volturara Appula da presidente del consiglio aveva aumentato la spesa militare italiana, oggi invece nella sua veste di leader della sinistra pacifista chiederà “la graduale diminuzione della spesa per armamenti”. La risoluzione dell’alleanza Sinistra Verdi andrà nella stessa direzione.
Manca  invece il testo del Pd. Per i dem sarà il momento in cui confermare o meno la ferma linea di sostegno al popolo ucraino. I gruppi parlamentari sono spaccati. Per cercare di compattarsi si sono dati appuntamento ieri alle 20.30 sia a Montecitorio, sia a palazzo Madama (dove il gruppo dem ha dovuto chiedere la sospensione della seduta sul decreto Rave).  Il tentativo di trovare uno testo condiviso per sminare eventuali grane.  Il risultato sarà probabilmente una risoluzione che pur ribadendo l’impegno italiano, e quindi il sostanziale assenso al proseguimento dell’invio di armi, sottolineerà l’importanza dello sforzo diplomatico per arrivare al più presto “a una conferenza di pace”. Che gli equilibri siano complicati lo si era già capito due settimane fa quando alla Camera non sono mancate le defezioni sulle mozioni dedicate al conflitto. In tanti hanno notato l’assenza, durante il voto della mozione contro l’invio di armi di Sinistra italiana ed Europa verde, della deputata Elly Schlein, in piena corsa per diventare la nuova segretaria dem. Schlein aveva già detto di essere “molto dubbiosa” sul soccorso militare a Kyiv.


Compattissimo invece  il Terzo polo. Calenda proprio due giorni fa è volato in Ucraina. Cinque giorni di incontri tra Leopoli e Kiev per ribadire il sostegno alla resistenza ucraina agli ucraini e ai suoi follower che sui social possono seguire in tempo reale il viaggio del leader di Azione. “Sono un popolo tostissimo, non molleranno mai”.

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