La Lega Ddr

Lost in Fedriga. Dimenticato e inviso a Salvini, prepara la sua lista modello Cdu

Carmelo Caruso

Mattarella lo loda e i social del partito non lo riprendono. Le sue parole vengono cancellate. Lontano da Roma studia un modello simile al partito popolare

Dovrebbe essere il modello, lo trattano da paria. Mattarella lo ricopre di complimenti, la Lega se ne vergogna. Hanno “cancellato” Massimiliano Fedriga. Siamo andati sui social della Lega, un altoforno di link, e abbiamo cercato, fino a quando la cronologia ci ha consentito, una sua parola. Non l’abbiamo trovata. E’ presidente della Conferenza Stato-regioni e dopo Zaia è il governatore italiano più amato. E’ come nei giornali. Quando una firma viene nascosta, o la firma  non è apprezzata dal direttore o è in conflitto con il direttore. Questa domenica andrà ospite da Lucia Annunziata. Cosa farà Salvini? Saboterà il segnale?


Se possedete un campione e quel campione, che voi lasciate in tribuna, continua a crescere di valore, pur non gareggiando, o la squadra la dirige un allenatore nel pallone o la dirige Matteo Salvini. Da mesi la Lega ha “ridimensionato” le uscite di Fedriga: è il gioiello della Lega che la Lega non indossa. Nelle organizzazioni al tramonto non serve neppure un mandato, serve solo a fare sapere ai manovali, i muratori che gestiscono i social, che quel tale “non è molto gradito al segretario”. Fedriga non lo è (più) perchè lo stimano quelli che non stimano Salvini. 

 

Pochi giorni fa la prova. Paolo Grimoldi, il vice Bossi, animatore del Comitato Nord, aveva linkato nella chat della Lega una breve dichiarazione del governatore del Friuli-Venezia Giulia. Un giornalista chiede a Fedriga cosa ne pensa dei congressi provinciali e della straordinaria partecipazione dei militanti, dell’iniziativa di Umberto Bossi. Fedriga si limita a rispondere che ogni processo è democratico non può che far bene a un partito. Il link viene inserito da Grimoldi ed eliminato, così come pure Grimoldi, dalla “Stasi alla Nutella”, i funzionari del controspionaggio di Varese est. A Trieste, quando lo hanno scoperto, hanno sorriso. Sarebbe infatti bastato leggere “il contenuto per accorgersi che non c’era nessuna critica al segretario”. Dissidente? Sergio Mattarella, al Festival delle Regioni a Milano, ha esordito così: “Faccio mie le parole del presidente Fedriga”. Giorgia Meloni gli aveva chiesto di entrare al governo (Fedriga ha rifiutato).

 

Ogni mattina, i canali social della Lega, anziché raccontare la buona amministrazione di un suo presidente, che ad aprile correrà per il secondo mandato, pubblicizzano la scuola di formazione di Armando Siri e le ospitate di Claudio Borghi. In questi giorni è stata fatta un’eccezione per Zaia, e solo perché non è arginabile. Ad Attilio Fontana fanno mancare il calore.

 

Quando in un partito l’aria si guasta ai dotati di talento non restano che due strade: o protestano o scrivono poesie. Nella Lega c’è in pratica una corrente letteraria. Sono gli “istituzionali”. Giancarlo Giorgetti viene ormai catalogato come “tecnico”. Lorenzo Fontana, che è il vicesegretario della Lega, è presidente della Camera. Fedriga da presidente della Conferenza Stato-Regioni ha cominciato a dire: “Preferisco tacere. Ricopro un ruolo istituzionale”.

 

In giunta regionale lo chiamano “il presidente della terza Camera”. La Conferenza Stato-regioni per le sue competenze è come se fosse il terzo emiciclo. Secondo i sondaggi recenti Fedriga, alle prossime elezioni, dovrebbe essere riconfermato presidente con un consenso che supera il 60 per cento. Ma la Lega in Friuli-Venezia Giulia è già crollata. Come Zaia in Veneto, Fedriga sta preparando una sua lista personale. Quella di Zaia è arrivata al 40 per cento. Fedriga potrebbe arrivare al 20 per cento. I voti in uscita della Lega li intercetterà FdI.

 

A Udine parlano di modello Cdu. Il modello che ha in mente Fedriga è il partito popolare. Ne faranno parte personalità di centro, cattoliche, progressiste. Mentre Salvini lascia spegnere la Lega, Zaia in Veneto e Fedriga nella sua regione stanno in pratica già sperimentando due modelli alternativi. Quello di Zaia è più identitario e libertario. Quello di Fedriga è più cattolico e conservatore. Salvini pensa ancora di essere centrale e invece si parla di “mare aperto dopo le regionali”.

 

Nella Lega, e sembra strano dirlo (in un partito che ormai ha compreso che non celebrerà mai il suo, quello nazionale) si attende il Congresso del Pd. Una eventuale vittoria di Stefano Bonaccini accelererebbe dei processi. Se la Lega dovesse crollare ulteriormente in Lombardia, e Fedriga stravincere in Friuli-Venezia Giulia con la sua lista Cdu, sarà inevitabile prendere coraggio. A Venezia, Zaia si avvierebbe verso la fine del suo mandato e a Trieste, Fedriga inizierebbe il suo secondo. Dimenticandolo nella città degli straniati (Joyce, Svevo, Saba) Salvini sta preparando la fortuna di Fedriga. Distruggendo, crea.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio