L'intervista

"Sogno, identità o la Lega muore. Ecco cosa è il Comitato nord". Parla Paolo Grimoldi, il vice Bossi

Carmelo Caruso

"All'inizio ci ritenevano quattro gatti... Non voglio cacciare nessuno ma riportare a casa chi la Lega l’ha lasciata”. L'avanzata del Comitato che sta facendo ballare Salvini

Vi hanno definito “quattro gatti”, quei “quattro gatti del Comitato Nord, e hanno detto che siete la Lega “sdentata” e che vi anima solo l’invidia e il rancore. “Ci hanno accusato di tutto, manca solo l’accusa di mangiare i bambini…”. Paolo Grimoldi, lei è rancoroso? “Non ho ragione di esserlo. Sono l’ultimo segretario della Lega Lombarda eletto. Ho fatto nascere i giovani padani. Ho seduto più volte in Parlamento. Ho la fortuna di vivere serenamente anche lontano da Roma. Non ho rancori, ma sogni”. Fate attenzione alle virgolette, a parlare adesso siamo noi. Domenica, a Brescia, il candidato vicino al Comitato nord ha vinto il congresso provinciale. A Bergamo, Fabrizio Sala, lo aveva preceduto. A Varese, Giuseppe Longhin, lo ha perso per una manciata di voti. Grimoldi, sarà lei a cacciare Salvini? “Non voglio cacciare nessuno ma riportare a casa chi l’ha lasciata”.

Dunque sarà Salvini a cacciare Grimoldi? “E perché dovrebbe? Sarebbe singolare espellere un militante che parla di autonomia e che chiede democrazia interna”. Perché continua a invocarla? “Perché come ha scritto Oriana Fallaci tacere è una colpa”. Al Foglio, lo spazio è sacro. Domande e risposte sono segnalate dalle virgolette; lo precisiamo per favorire la lettura. Grimoldi, perché con insistenza vi siete battuti per i congressi? “Perché riteniamo che dopo il voto del 25 settembre non sia mai stata fatta una reale analisi politica”. E quale sarebbe la vostra analisi? “Che i leghisti rimasti sono meno di quelli che sono usciti. Che la Lega sindacato del nord si è sbiadita. Che l’egemonia della Lega, al nord, è stata erosa. Non abbiamo mai ingaggiato una battaglia contro Salvini, contro il segretario”.

Facciamo un po’ di storia, lei, ha visto passare Bossi-Maroni-Salvini. Cosa ne pensa di ciascuno? “Bossi è il mio fondatore. Maroni è stato un bravissimo segretario. Salvini ha condotto la Lega egregiamente”. Se è stata condotta egregiamente perché il Comitato nord è nato? “Per capire quale sia la meta. La Lega oggi sta scomparendo nei territori. Il punto è sempre quello: la mancanza di identità rispetto agli alleati ha permesso agli alleati di triplicare i voti a scapito del nostro partito”.

La vostra Lega è nuovamente quella che voleva prendere a calci i “terroni”? “Non scherziamo. Siamo nel 2023. Di certo non si possono accettare amministrazioni lassiste, Non possiamo accettare chi mal amministra”. Siamo ancora noi a prendere la parola. Quando è nato il Comitato nord i fedelissimi di Salvini ne hanno parlato come un’operazione nostalgia, destinata a morire. Sentendola al telefono, lei, ci sembra abbastanza vivo… “Il Comitato cresce. Di fatto Salvini dovrebbe ringraziarci. Molti leghisti che non avevano rinnovato la tessera si sono riavvicinati”.

Tra le altre accuse che vi rivolgono c’è pure quella di manipolare Bossi. Siete dei “manipolatori”? “Dopo le parole di Bossi, quelle di domenica, a Giovenzano, è chiaro a tutti che il Comitato nord è Bossi. Pensare di manipolare Bossi significa non conoscerlo”. Insomma, è lei il vero capo di questa corrente? “Lo ripeto ancora. Il Comitato è stato costituito solo per la lungimiranza di Bossi che ci ha richiamato all’ordine. Il resto è solo un’illazione offensiva”. E’ offensivo credere che si stia dando fare solo perché non è stato ricandidato da Salvini? “Ma crede sul serio che non mi avrebbero dato un ruolo? Ho avuto mille incarichi e altri mille me ne avrebbero offerti se mi fossi limitato a dire che andava tutto bene”. E perché non lo ha fatto? “Perché non va tutto bene. Mi ripeteva spesso un vecchio politico che gli uomini non sono bistecche. Sono anima, cuore. C’è un aspetto romantico che nella Lega è stato perduto”.

Una domanda sulle elezioni regionali. E’ vero che la vecchia guardia leghista, in Lombardia, sta passando con Letizia Moratti? “Il nostro sostegno a Fontana è convinto”. Lei con Fontana ci parla? “Non solo ci parlo. E’ Fontana che ha piacere di parlare con noi”. Questo partito è davvero scalabile? “Non ci interessa scalare niente. Vogliamo parlare di programmi. Qualsiasi partito è scalabile quando si affida alla democrazia. Semmai è urgentissimo in Veneto convocare il congresso regionale. Non è accettabile che una comunità così importante non possa esprimere un suo segretario”. Grimoldi, siamo arrivati alla fine. C’è un’idea che ormai si è diffusa. E’ l’idea che questo partito finirà con Salvini e che anche voi, presto, vi stancherete. La Lega finirà? “La Lega non finirà né con Salvini né con me. Finirà quando saranno raggiunti tutti i desideri per cui è nata”. Resterete quatto gatti … “In Lombardia i gatti del Comitato Nord sono quasi tutti i militanti della Lega”. Che poi i gatti … “Hanno sette vite”. E i leghisti? “Una in più”.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio