(foto Ansa)

Editoriali

Una Bussola per il Pd. Al via la campagna di autoanalisi con questionario

Redazione

Da oggi militanti e simpatizzanti vengono interpellati sul futuro del partito. Venti domande a risposta multipla e non con cui i dem provano a darsi una nuova identità. Intanto però Conte si allarga a sinistra

Una “Bussola” per il Pd (che l’ha persa): così si chiama il documento-questionario con cui oggi è partita la campagna precongressuale di indagine presso iscritti e cittadini esterni interessati. Un’analisi della sconfitta, da un lato, ma anche un’autoanalisi in prospettiva (della serie: chi siamo, dove andiamo), ma vista – questa l’intenzione – dalla parte dei militanti e dei simpatizzanti, per evitare che il congresso sia “un semplice cambio di leadership”. Domande a risposta multipla ma anche box da compilare sulle ragioni profonde della “missione” del Pd; dati che poi verranno lavorati da Ipsos e che confluiranno nella discussione preliminare alla stesura del nuovo Manifesto dei valori che il comitato degli ottantasette saggi sta preparando e che l’assemblea costituente dovrà votare.

A leggere i quesiti e le risposte da barrare con una x, oscillanti tra un “di più” di riformismo e un “di più” di sinistra-sinistra, si capisce che il Pd è alle prese con l’amletico dilemma: devo sacrificare l’identità di sinistra-sinistra per essere di governo o in nome dell’essere affidabile e di governo posso tenere un’identità più moderata? Qualche esempio. Alla domanda “quale dovrebbe essere il senso profondo, la missione del nuovo Pd nella politica italiana ed europea?”, si trovano risposte che variano dal “promuovere il ruolo dell’Italia all’interno della Ue” a “difendere le conquiste dei lavoratori nel corso della storia” a “difendere le conquiste nel campo dei diritti civili” a “promuovere la crescita economica e l’innovazione”. Stessa cosa per la domanda “quali dovrebbero essere le battaglie principali dei prossimi anni? Si spazia da “sicurezza e ordine” a “lotta al cambiamento climatico” a “combattere per una società più inclusiva” a “sostegno alla natalità”. Il momento è duro, l’autointerrogarsi essenziale, c’è però un problema: la rapidità con cui Giuseppe Conte si sta allargando, e senza porsi problemi d’identità. 

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