L'intervista

"Sulla manovra Landini sbaglia, serve il confronto non la piazza". Parla Sbarra

Gianluca De Rosa

Il segretario della Cgil ha già annunciato una mobilitazione contro la legge di Bilancio, ma il collega della Cisl frena: "È prematuro”. Il rischio è che come lo scorso anno il fronte sindacale si spacchi

“A Landini l’ho detto: affrettarsi in maniera precipitosa a mettere in campo mobilitazioni senza neanche aver aperto un tavolo con il governo è un grave errore”. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, è appena uscito dal primo confronto dei sindacati confederali con il nuovo governo. A parlare del futuro di Tim e della rete unica con lui e i segretari di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri non c’era Giorgia Meloni, ma una delegazione tecnica capeggiata dal capo di gabinetto di palazzo Chigi Gaetano Caputi. “Dovremo rivederci anche con la premier”, hanno ripetuto tutti e tre. 


Ma se sul dossier Tim i sindacati marciano compatti – convinti che l’azienda debba rimanere verticalmente integrata, dunque senza lo spacchettamento di rete e servizi previsto da Draghi – è sul metodo che i sindacati dovranno tenere nel confronto con il governo sulla legge di bilancio che si annidano le divisioni. Il rischio è di replicare quanto accaduto lo scorso anno con l’ultima manovra targata Mario Draghi, con Cgil e Uil in piazza senza la Cisl. In un’intervista di alcuni giorni fa a Repubblica Landini ha lanciato “una grande mobilitazione contro una manovra sbagliata”. Parole che a via Po non sono piaciute. La Cisl non vuole la piazza, ma chiede un confronto. “La via maestra sulla manovra – dice Sbarra – deve essere quella del dialogo sui contenuti della legge di bilancio, anche per verificare la possibilità di migliorarla e cambiarla in direzione delle priorità sociali, ecco perché pensiamo che sia prematuro annunciare iniziative di lotta e mobilitazione, aspettiamo di vedere se il governo intende convocarci e assicurarci la disponibilità a cambiare le parti di legge di bilancio che non ci convincono e per fare solo poi le nostre valutazioni”.

 

Secondo Landini invece non c’è bisogno di attendere. “Non c’è ancora il testo definitivo della manovra – ha ripetuto anche ieri il segretario della Cgil – ma i provvedimenti annunciati da Meloni, dai voucher alle pensioni, sono molto chiari, una mobilitazione è necessaria”. Un atteggiamento che non piace alla Cisl. C’è il timore e il rischio di ritorvarsi a fare un’opposizione a priori, a scendere in piazza più per ragioni di rito che per legittime rivendicazioni sindacali. Anche perché sulla manovra la posizione del segretario della Cisl non è quella tranchant di Landini.  “Il nostro giudizio – spiega Sbarra – è articolato. Abbiamo apprezzato proroga, continuità e consolidamento delle misure adottate negli ultimi mesi anche dal governo Draghi per fronteggiare la crisi energetica, il caro bollette, l’aumento dei beni alimentari e il sostegno fino a marzo 2023 a famiglie, lavoratori dipendenti e imprese. Consideriamo positive alcune misure che tengono conto di precise sollecitazioni e richieste che abbiamo avanzato nei mesi  passati, mentre su alcuni provvedimenti ci sono dubbi e perplessità”. Per fronteggiare l’arrembante protagonismo di Landini però il segretario della Cisl cerca sponde a palazzo Chigi. “Auspichiamo – dice – che sulla legge di bilancio il governo ci convochi immediatamente e soprattutto assicuri una disponibilità a ragionare insieme su possibili cambiamenti e miglioramenti dell’attuale testo”.

 

Insomma come lo scorso anno i sindacati potrebbero spaccarsi. Allora, era il 16 dicembre, Landini e Bombardieri dichiararono lo sciopero generale senza la partecipazione della Cisl convocando una grande manifestazione nazionale a piazza del Popolo contro: “Una legge di bilancio che aumenta le diseguaglianze”. Quasi un anno dopo l’Istat, nel suo report “Sulla distribuzione dei redditi in Italia” pubblicato la scorsa settimana, ha certificato che invece la manovra dell’ex presidente del Consiglio le diseguaglianze le ha ridotte. Sbarra lo sa e rivendica la sua decisione di allora, un modo per invitare anche i colleghi di Cgil e Uil a non ricommettere lo stesso errore . “A seguito di un confronto con il sindacato – dice – la legge di bilancio dell’anno scorso ha determinato risultati importanti: su otto miliardi di taglio delle tasse, sette sono andati a ridurre la tassazione ai lavoratori dipendenti e un solo miliardo è andato all’Irap, il fondo di un miliardo e mezzo per gli ammortizzatori sociali è diventato di cinque, il governo pensava di investire solo due miliardi sulla sanità, abbiamo chiuso dopo il confronto a sei, c’era uno stanziamento iniziale di 250 milioni sulla non autosufficienza e lo abbiamo portato a 850, abbiamo alzato la no tax area e la rivalutazione delle pensioni, insomma, abbiamo cambiato decisamente il profilo di quella legge, dandogli un respiro sociale e un profilo espansivo”.