La Lega Ddr

Salvini economics. Fa il punto con i suoi economisti e al Cav. "Silvio, ma che fai?"

Carmelo Caruso

Convoca i suoi e rilancia ma non troppo su Flat Tax. Continua a interpretare la parte del moderato. Le paure sul Mef. Giorgetti: "Sarà un investimento a lungo termine"

Per avere qualcosa di equivalente si deve risalire alla Scuola di Chicago di Milton Friedman. Ieri intorno al tavolo di Matteo Salvini sono stati convocati gli esperti economici della Lega. E’ la Cazzago School of Economics. Non è spirito, e se lo è, questa volta, è a loro favore, a favore della Lega. L’inglese lo parlano al contrario di quanto dicono le malelingue. Presenti: Durigon, Bagnai, Borghi, Giorgetti, Bitonci, Gusmeroli, Centemero, Freni. Quest’ultimo si è distinto. Aveva una cravatta di colore arancione.

 

La giornata del nostro segretario, Salvini Friedman, è stata ricca. Nel pomeriggio, a Villa Grande, è andato da Silvio Berlusconi (Menù: avocado e uova, fettuccine al tonno, gelato allo yogurt). E qui vi stupirete. Salvini, e ce lo raccontano fonti di entrambi i partiti, ha tirato le orecchie al Cav. con dolcezza. FI: “L’incontro è stato negativo”. Salvini che gli ha sempre portato riguardo, anche quando il Cav. si lasciava prendere, si è detto stupito degli epiteti anti Meloni: “Irresponsabile, infedele”. E poi gli audio del Cav... Sembra ormai Superclassifica. “Caro Silvio, dobbiamo governare bene. Buonsenso, equilibrio. Dai!”. Al momento il moderato è Salvini. Se si fa il governo rischia di essere merito suo. Il Matteo Friedman rimane infatti in “costante contatto” con gli alleati. Indomabile. Di pomeriggio diretta su Facebook. Il segretario ha fatto una piccola rassegna stampa: “L’Economist scrive che è tempo di liberalizzare la cocaina. Lo dico. E’ da imbecilli”. E certo che lo puoi dire, segretario. La libertà prima di tutto.

 

Ci siamo accorti che nelle sue dirette i follower stanno risalendo. Ma un passo indietro. Sempre sull’economia. La Lega ha diffuso una fotografia del tavolo, come si diceva, e un giornalista economico, brillante, ha suggerito: “Sembra il Bloomsbury Group, quello di Keynes, Woolf, Strachey”. Uno di sinistra, trinariciuto: “Trecento punti di spread in una fotografia sola”. Sono di sinistra, si sa. Seriamente, nell’incontro economico, chi c’era dice che sono tornati “i vecchi cavalli di battaglia”. Pure lo scostamento di bilancio? Abbiamo chiesto. “Quello no”. Sicuri? “Prima vediamo cosa abbiamo in dispensa, le risorse, e poi ragioniamo sulle misure”. Giangiacomo Giorgetti, il Leopardi di Cazzago, ha spiegato: “Dobbiamo essere coscienti che il Mef è un investimento a lungo termine”. Si sa che è un pessimista. Per fortuna Milton Salvini ha spiegato il programma economico nella sua diretta social: “Estensione della flat tax”. Pace fiscale: “Saldo e stralcio della cartelle”. Pensioni: “Il primo gennaio non entrerà a regime la Legge Fornero. Un chiaro segnale va dato”. Contante: “Alzamento di tetto”. Rdc: “Lo rivediamo”. Canone Rai: “Lavoreremo per toglierlo”. Cominciato con il sorriso questo articolo ora vira. La Lega teme il movimento intorno al Mef. Dicono che forse Domenico Siniscalco non abbia rinunciato davvero all’idea di fare il ministro dell’Economia. E’ tornata in questi giorni la vecchia polemica sull’inglese di Giorgetti. Era il 2019 e addirittura si era mossa l’ambasciata per smentire un pezzo giornalistico. Poi la storia della foto del Duce al Mise... Un leghista: “C’è qualcosa che non va. “Roma” sta cercando di impaurirci. Sono gli stessi che lavoravano contro Francesco Giavazzi”. Diciamo che contro Giavazzi c’erano anche i leghisti. Adesso che potrebbero entrare al Mef i leghisti comprendono cosa significa stare dall’altra parte: “Ci serve una struttura adeguata, una corazza”. E’ lo stesso timore che ha Edoardo Rixi. Si racconta che sarà il “coministro” alle Infrastrutture di Salvini. Sta cercando tecnici, professori per comporre la squadra. Quella di governo ha già subito modifiche. Gianmarco Centinaio è stato chiamato, martedì sera, da Salvini: “Devi fare il vicepresidente del Senato. Dopo Calderoli mi servi tu”. Centinaio che voleva l’Agricoltura, lo sanno anche le anatre, ha detto “Obbedisco”. Rivelava a un leghista brizzolato: “Ho chiesto l’algoritmo a Calderoli. Con il cavolo che me lo dà”. Vale più del codice di Hammurabi.

 

Un leghista, un altro, al Senato, ci consiglia la metafora di oggi: “Centinaio, l’uomo finito nella giara di Pirandello”. Andrea Paganella, capo segreteria di Salvini, è finito invece a fare il questore del Senato. Eletto. Alberto Stefani, commissario del Veneto, uno che abbiamo tormentato, giovane, non sa invece più cosa fare con i veneti. E’ Sisifo Stefani. Il Veneto è come il cuore: ha ragioni che la Lombardia non conosce. Sono infuriati per l’estromissione di Erika Stefani: “C’è perfino Giuseppe Valditara, all’Istruzione, uno che arrivato in Lega da pochi giorni”. Che poi, a dire il vero, l’Istruzione se la meriterebbe Salvini. Prorettore della Cazzago School of Economics. Il Magnifico!
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio