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dopo l'addio ai social

La seconda gioventù di Luigi Di Maio

Ginevra Leganza

Silurato dall’urna, l'attuale ministro degli Esteri abbassa la saracinesca di TikTok e Facebook. Senza quest'ultimo – il più inutile di tutti – Giggino avrà il tempo di ripartire. Un tempo nuovo, lontano dalla compulsione dei click

La più sbarbata sentinella della Farnesina dice addio ai social, che è come dire addio al mondo. E al tempo. Per alcuni, infatti, è il tempo perduto. Ma per altri – per Luigi Di Maio su tutti – è il tempo ritrovato.

 

Silurato dall’urna, abbassa la saracinesca di Facebook e TikTok: l’uno, contrada dei boomer; l’altro, social prediletto dei teen. Mantiene però Instagram, dove invece pulsa il cuore della vita, dove ci sono i ventenni. Ma Luigi Di Maio vent’anni non li ha avuti mai se a ventisei era già il più giovane vicepresidente della Camera dei Deputati di sempre. E si può ben credere che l’addio ai social – a quei due social, poi – sia l’inizio di una seconda gioventù. Un tempo nuovo, lontano dalla compulsione dei click. Magari un tempo instagrammatico, intimo, rilassato… Chissà. Fatto sta che da Pomigliano d’Arco alla Farnesina Luigi Di Maio ha volato alto. Talmente alto, forse, da precipitare. Si potesse rubare un titolo per quest’assalto al cielo certo sarebbe “Gioventù bruciata”. Di Maio come James Dean: schiantato. Bruciato lui con tutte le ali di cera dell’ape d’Impegno civico.

  

Ma se per Giuseppe Conte è tempo d’opposizione, se per il Pd tutto è tempo di riflessione, per lui è tempo di redenzione e riscatto anagrafico. Di ritorno a un turgore mai vissuto, distante dalla pubblica piazza e vicino al più intimista dei social network: Instagram, appunto. Luigi Di Maio – ricordiamo – rifiutava gli anni d’oro quando ancora matricola, all’Università Federico II di Napoli, fondava associazioni e siti internet per studenti. Veniva poi eletto presidente del consiglio studentesco sinché – appena ventenne – disertava gli studi per dedicarsi anima e core al primo attivismo nel Movimento 5 Stelle. Erano gli anni delle famigerate bibite allo stadio. Ma il piano inclinato lo portava a diventar grande in un tempo piccolo.

 

Chiaro che i social network, per lui, non sono mai stati quel che sono per noi. Che ne sappiamo noialtri della gioventù bruciata. Noi che lassù ciondoliamo, ci promuoviamo, ci denudiamo, ci spiamo, ci stalkeriamo. Qualcuno notava che sull’attivissimo Instagram della (ex?) fidanzata, la bella e simpatica Virginia Saba, non ci fossero foto insieme. Ebbene, dal male un bene: dopo la legnata elettorale, la stagione dell’amore tornerà. E senza Facebook poi – il più inutile dei social network – Luigi Di Maio avrà il tempo di ripartire. Magari seguendo il consiglio di Alessandro Di Battista: riprendendo gli studi, laureandosi. Così gli suggerisce il puer aeternus laureato al Dams: “studia, prenditi la laurea”. Un po’ come direbbe l’amico che, appena scoperta la donna, ti dice: “prova che è bello, fidati di me”. E chissà se in questo ritorno nel fior fiore degli anni Luigi Di Maio lo seguirà poi in Erasmus, magari in Sudamerica. Lontani da Facebook, s’aiuteranno forse nella tesi: un diario di viaggio a quattro mani.

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