Il caso

Meloni, la grana gas e la caccia al nuovo ministro dell'Energia: "Che facciamo?"

Simone Canettieri

La leader di FdI al Foglio: "La mia posizione come quella del governo e del resto della Ue, eccetto la Germania".  Oggi l'uscita pubblica a Milano poi l'incontro con Berlusconi per parlare di governo 

“Certo che sono preoccupata. Sì, la mia posizione sul gas è come quella del governo italiano, dunque come quella di Draghi. Ma è anche e soprattutto   in linea con la posizione di tutti gli stati europei. Tutti tranne uno: la Germania”. Tarda mattina. Giorgia Meloni, prima di infilarsi con la segretaria Patrizia Scurti in un piccolo ascensore della Camera, concede al Foglio le impressioni su una giornata che si preannuncia complicata. Si gioca tutta a Bruxelles, con il Consiglio europeo dei ministri dell’Energia, ma rimbalza qui a Roma, a Montecitorio, dove la premier in pectore è chiusa da quando ha vinto le elezioni.  “Il mio governo? Serve un incarico prima di formarlo”, dissimula. Il gas e le bollette sono il primo macigno sulla strada di Meloni. 


Forse la capa della destra italiana sperava che fosse ancora una volta Mario Draghi a risolverle il problema che rischia di minare la partenza del suo esecutivo. D’altronde, l’atteggiamento nelle note diramate alla stampa e i contatti costanti con il premier hanno prodotto una totale convergenza fra l’ex banchiere e la  presidente di Fratelli d’Italia. Ma questa volta tutto è complicato per la futura presidente del Consiglio che si troverà davanti a uno scenario complesso: senza solide  sponde europee, con la Germania che ha fatto la fuga in avanti e con le occhiate di circospezione della Commissione europea. E così di botto il dossier energia, la ricerca di un ministro all’altezza di una battaglia campale per l’economia italiana diventa un assillo. Quasi alla stregua della caccia al titolare dell’Economia. Anzi, quasi vanno di pari passo. 

Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sull’argomento sembrano darsi di gomito. Si sono visti anche ieri e alla leader della coalizione hanno mandato a dire: “Sull’energia aspettiamo le mosse di Giorgia, la sua iniziativa”. Di sicuro, e questo è il Cav. “non c’è tempo perdere perché altrimenti rischiamo di terminare subito la luna di miele con gli italiani”.

Al quinto piano di Montecitorio, dove c’è il gruppo di Fratelli d’Italia, si parla di bollette. E si attaccano, in romanesco, “i fresconi” (cioè gli sciroccati) che chiedono scostamenti di bilancio “ma con quali soldi?”. Intanto si cerca di capire come aumentare i rincari. Ma avete un piano? “Aspettiamo la consegna del dossier”, è la risposta dei colonnelli meloniani, forse consapevoli della situazione in cui si è ficcata l’Italia, alla luce della mossa della Germania, e dunque anche loro.

Nell’incertezza di queste ore in cui non si capisce il piano della futura premier viene bene una battuta sul Pd: “Con Olaf Scholz ci aveva parlato Enrico Letta, giusto?”, dice con un certo sarcasmo Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera. Mancano soluzioni e piani da mettere sul tavolo quando Mario Draghi avrà passato la campanella (e il cerino) a Giorgia Meloni. Senza price cap europeo anche qui sembrano stare tutti davvero al buio: “E adesso che facciamo?”. E soprattutto chi coprirà questa casella nel nuovo governo e con quale mandato? Servirebbe un bis di Roberto Cingolani, che ieri è andato a battagliare a Bruxelles, ma sull’argenteria draghiana sembra esserci un autoveto: “Non la tocchiamo”. 

Ma se la leader della nuova maggioranza è in contatto con Draghi – ieri ha scritto una dura nota contro Putin – c’è qualcuno nel partito che sta parlando con l’attuale ministro della Transizione ecologica? Sarà l’onnipresente Guido Crosetto, che secondo ricostruzioni da prendere con le pinze ora sarebbe in freddo con la sua amica Giorgia, o forse i vari responsabili del partito che si occupano di questo tema? Non arrivano risposte dal vertice del partito. Dove si sa, per esempio, che secondo organigramma il responsabile delle politiche energetiche è l’europarlamentare Nicola Procaccini.

Ma può bastare? No, infatti in serata si verrà a sapere che è stata Meloni direttamente a telefonare a Cingolani per avere un’impressione diretta sul vertice di Bruxelles. Conversazione che è seguita a quella con il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. E’ un labirinto, quello in cui sembra vivere la leader di Fratelli d’Italia da domenica sera. E oggi metterà la testa fuori dal Palazzo per intervenire, a Milano, al villaggio Coldiretti.

Sarà l’occasione per rompere il silenzio. Ma anche per incontrare ad Arcore Silvio Berlusconi, ma senza Matteo Salvini pare. Il leader della Lega ha incontrato il Cav ieri – “nessuna tenaglia nei confronti di Giorgia”, mettono le mani avanti da Forza Italia – e si è parlato di governo e assetti. Dalle parti del Carroccio, oltre al sogno Viminale, hanno messo nel mirino l’Agricoltura, la Scuola e gli Affari regionali (da affidare a un veneto), oltre alla presidenza di un ramo del Parlamento. Il puzzle è complicato: FI guarda agli Esteri con Antonio Tajani, ma anche il ministero dell’Interno. Adolfo Urso si dice pronto per la Difesa.

Si parla, si parla tanto, anche se nulla è deciso. Lo sa bene Meloni, che finora ha taciuto, e che adesso  è alle prese con la grana gas. Non proprio il miglior modo per partire (la tensione sul suo volto ieri mattina era praticamente un editoriale).
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.