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la satira del foglio

Draghi resta a Chigi, ci pensano Biden e Scholz. Pazze spiate di Milani

Maurizio Milani

Riportiamo in esclusiva le telefonate tra il premier e i presidenti di Francia e Stati Uniti. Argomento: evitare le destre filocinesi in Italia e l'arrivo di Meloni a Palazzo Chigi 

Dal nostro innamorato fisso

 

Biden telefona a Mario Draghi: “Mariolone, ciao!”. 
Draghi: “Ciao Joe”. 
Biden: “Allora non possiamo fare niente per evitare le destre filocinesi in Italia?”. 
Draghi: “Purtroppo l’esito del voto è scontato”. 
Biden: “Non esagerare, proviamo a spaccare in due l’alleanza sovranista”. 
Draghi: “Ho già provato! Sono molto uniti, parlano di uscire dalla Nato e di entrare nei paesi non allineati”. 
Biden: “Fanno bene! Tu Mario fai così: parla con Giorgetti, lui si tira dietro il 35 per cento degli elettori leghisti che dopo il voto si sfilano (i deputati filogiorgetti) e vanno a dar manforte a Letta, Calenda, Renzi e Fratoianni… A quel punto anche Berlusconi si sfila dalla Meloni e si forma il governo Draghi II”. 
Draghi: “Sicuro?”. 
Biden: “Sì, ho già parlato con Silvio. Ha detto che la cosa a cui tiene di più è l’atlantismo”. 
Draghi: “Mi piacerebbe avere dentro anche il partito di Conte…”. 
Biden: “Certo! Telefona a Scholz. L’ho già chiamato io per questo problema. Adesso ho un comizio a Minneapolis, ti chiamo dopo”.
Draghi telefona a Scholz: “Ciao Olaf!”. 
Scholz: “Ciao Gran Mario”.
Draghi: “Ti chiamo per il problema dell’appoggio di Giuseppe Conte al mio secondo esecutivo”.
Scholz: “Non c’è problema! Adesso in campagna elettorale fa apposta ad andare da solo, ma poi si unisce alle sinistre e ai calendiani per sbarrare la strada a Giorgia. Per sicurezza però telefona a Macron…”. 
Draghi: “Ma hai detto che è sicuro che Conte starà con me…”. 
Scholz: “Sì però tieni conto che anch’io qui rischio. Un partito filoarabo che mi appoggia ieri ha dichiarato che vuole negarmi la fiducia. Niente di più facile che quando tu tornerai a Chigi io non sarò più cancelliere”. 
Draghi: “E cosa vuoi fare?” 
Scholz: “Penso il borgomastro di Düsseldorf. Anzi, vieni in visita ufficiale già oggi, ciao”.  
Draghi telefona al presidente all’Eliseo: “Emmanuel ciao!”. 
Macron: “Giovan Mario ciao!”. 
Draghi: “Ti chiamo in merito all’aiuto che mi avevi promesso durante il nostro incontro all’Eliseo. Asse Roma-Parigi”. 
Macron: “Sì dobbiamo evitare che la Meloni e la Marin si uniscano per sfasciare il fronte Aiuti Cccp”. 
Draghi: “Potresti venire a sorpresa su un palco elettorale durante un comizio di Renzi. Faresti una sorpresa al mondo e daresti un segnale forte”. 
Macron: “Certo! Hai il calendario dei comizi di Matteo?”. 
Draghi: “Sì domani è a Forlì in Piazza Saffi alle 18.30”. 
Macron: “Sarò lì, non dire niente a Calenda che magari è invidioso”. 
Draghi: “No stai tranquillo, grazie mille Emmanuel”. 
Macron: “Ma niente figurati, per così poco”. 
Draghi subito telefona di nuovo a Scholz: “Olaf, scusa se ti richiamo”. 
“No, hai fatto bene. Ti stavo chiamando io”. 
Draghi: “Macron domani viene a Forlì ad appoggiare la campagna elettorale di Renzi e Calenda”. 
Scholz: “Che bella notizia! A questo punto entro in ballo anche io”. 
Draghi: “Spiegati meglio amico mio”. 
Scholz: “Dov’è stasera Enrico Letta a fare il comizio?”. 
Draghi: “Alle 10 è a Varese, alle 14.30 a Rovigo, alle 16.30 a Belluno, alle 18.30 a Verona e alle 21 a Jesolo”. 
Scholz: “Sarò sul palco di Belluno a sorpresa. Non dire niente a nessuno! Comparirò in fondo alla piazza facendo dei cenni al palco”. 
Draghi: “Olaf, regalo più grande non potevi farmi. Avverto il sindaco di Jesolo, non vorrei che si offenda”. 
Scholz: “Sì ma dillo solo a lui. Fammi venire a prendere al Brennero da un’Alfa Romeo Stelvio turbo diesel 4 mila cc”. 
Draghi: “Sì sì, è il minimo che posso fare, ti fermi a cena?”. 
Scholz: “No Mario, grazie. Parto subito per Saturnia. Sono anni che non vado a quelle meravigliose terme!”.
Draghi: “Telefono al direttore per fartele lasciare aperte tutta la notte”. 
Olaf: “Grazie Mario. Fai mettere gentilmente anche un generatore diesel che illumini il vascone. Sai, con il buio non è sicuro fare il bagno termale”. 
Draghi: “Grazie Olaf, un saluto”. 
Scholz: “Ci risentiamo dopo, ho sotto una telefonata con Biden”.
“Presidente, che onore” dice Scholz a Biden.
“Ciao Olaf. Ho saputo che stasera vai a Saturnia. Poi dimmi come ti trovi che al limite ti raggiungo. Qui a Yellowstone causa cambiamento climatico le acque sulfuree sono diventate troppo calde. E’ crollato il turismo termale negli Stati Uniti”.
Scholz: “Ma da quando, Joe?”,
Biden: “Da ieri! E’ stato tutto repentino, fino a martedì si poteva ancora fare le terme a Yellowstone,  poi mi ha chiamato un vulcanologo comunista e ha detto che è meglio chiuderle”.
“Motivo?”.
Biden: “Troppi episodi di razzismo”.
Nello stesso istante Macron è al telefono con Gentiloni: “Ciao Paolo! Come va?”. 
Gentiloni: “Insomma. C’è il rischio della terza guerra dei mondi”.
Macron: “Non esagerare! Volevo dirti: non è che se l’Unione europea vede che vado ad appoggiare Calenda a Ventimiglia dice che interferisco in un altro stato?”.
“Ma no anzi! E’ gradita la tua presenza”.
Macron: “Va bene grazie! Parto adesso per Ventimiglia, dovrebbe esserci un comizio di Fratoianni, vado sul palco al suo fianco, anche se è contro la Tav”.
Gentiloni: “Grazie Emmanuel, vale tutto per fermare la destra in Italia”.
“Dici che potrebbero rivendicare la Corsica?”,
Gentiloni: “Non mi stupirei, con il ritorno di Ignazio La Russa al governo”.
Macron: “Ciao Paolo, tieni ancora per il Psv Eindhoven?”.
“Certo, ho l’abbonamento!”.
Draghi intanto telefona alla nuova Premier britannica: “Ciao Liz!”.
“Ciao Gran Mario!”.
Draghi: “Liz, vorrei invitarti a Roma per una visita ufficiale”.
Truss: “Che bello! La mia prima visita ufficiale all’estero!”.
Draghi: “Liz, se non ti crea problemi ci sarebbe da salire sul palco con Mara Carfagna e Mariastella Gelmini per il comizio di chiusura della campagna elettorale”.
Truss: “Ma certo Gran Mario! Ci sono senz’altro. La mia Inghilterra ha bene in mente le sofferenze che i nazifascisti hanno provocato alla vostra gente. Anzi, sai una cosa?”.
Draghi: “Dimmi Liz”.
Truss: “Volevo chiedertelo io di partecipare al comizio di chiusura per appoggiare la tua riconferma, ma avevo vergogna”.
Draghi: “Ma Liz, ti ringrazio, sei un’amica vera. Ancora grazie, telefono subito a Biden”.
Truss: “Ciao Mario. Quando vieni a Downing Street?”.
Draghi: “Passo oggi!”.
Truss: “Sì, ti aspetto. Dico alle guardie con il cappello di orso in testa che arrivi. Hai sempre una Volkswagen Passat diesel?”.
Draghi: “Sì, sempre quella, ha sui 26 mila chilometri”.
Invece è Biden che un minuto dopo chiama Draghi: “Mario! Ciao, qui a Washington sono le quattro di mattina, partirei adesso per essere sul palco del comizio di Tommasi a Verona. Sono anni che desidero visitare la città più bella del mondo”.
Draghi: “Che onore mi fai, Joe”.
Biden: “Piuttosto, l’aeroporto di Sommacampagna ha una pista sufficiente per far venire giù l’Air Force One?”.
Draghi: “Per sicurezza è meglio che atteri a Ginevra, poi prendi il Tgv Ginevra-Verona. In un’ora sei in Piazza delle erbe”.
Biden: “Mi dicono che l’Arena di Verona è crollata, è vero?”.
Draghi: “Solo una piccola parte, ma è agibile al cento per cento, anzi è più bella”.
Biden: “Mario, tanto che sono lì, sono distanti le grotte di Catullo?”.
Draghi: “No, in elicottero pochi minuti”.
Biden: “Qui dicono che sul lago di Garda hanno trovato un branco di delfini…”.
Draghi: “Sì! E’ fallito un Aquafan e li hanno mollati nel lago”.
Biden: “Ciao! Parto adesso. Al limite mi fermo ad Amburgo per visitare la casa di Gutenberg. Sai se è aperta?”.
Draghi: “Sì! Tutta la notte, non chiude mai, è gestita da volontari”.
Biden: “Ok! Ciao, a dopo. Il balcone di Giulietta e Romeo è ancora puntellato?”.
Draghi: “Sì, c’è andata su una coppietta di sposini grandi obesi…”.
Biden: “Hanno fatto non bene, benissimo!”.
Scholz telefona a Macron: “Ciao, Emmanuel”.
Macron: “Ciao Olaf. Abiti ancora a casa di tuo zio?”.
Scholz: “No, ma ho tenuto alcuni ricordi! Volevo dirti, che ne dici se facciamo una sorpresa a Draghi e soci e insieme ci presentiamo per sostenere Calenda?”.
Macron: “Bella idea! Insieme è meglio”.
Scholz: “Direi di non dire niente a nessuno, nemmeno alle molte ambasciate a Roma. C’è un comizio stasera a Vigevano della ministra Bellanova, arriviamo lì all’improvviso…”.
Macron: “Ci sto! Piazza ducale poi è la più bella piazza del mondo”.
Scholz: “Cosa diciamo se certamente la ministra Bellanova ci dà la parola?”.
Macron: “Poche parole: no a Giorgia Meloni al G7, no a Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, no a Salvini, no alla leva militare obbligatoria (idea che c’è nel programma del centrodestra), no a Giorgia Meloni alla presidenza di turno europea, viva la Repubblica italiana nata dalle idee della Rivoluzione e del bonapartismo”.
Scholz: “Sì! Dirò così anche io. Non diciamo niente a Draghi, al limite avverto Mattarella per cortesia istituzionale”.
Macron: “Fai bene! Se lui venisse a visitare i castelli della Loira senza avvertirmi, non sarei contento”.
Scholz: “Ti offendi?”.
Macron: “No! Offeso no, al limite chiudo l’ambasciata in Piazza Navona”.
Scholz: “Ci metto la mia!”.
Macron: “Sì! Ciao, grazie”.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.