L'assemblea Pd

Letta mette Conte con le spalle al muro: " Se M5s strappa, c'è solo il voto"

Gianluca De Rosa

"Sarebbe paradossale mettere a rischio il governo nel momento in cui pone la questione sociale. L'esecutivo può funzionare solo in questa configurazione. Non lo diciamo per ripicca nei confronti dei 5 stelle, è semplicemente nella logica delle cose", dice il segretario

Enrico Letta ha voluto che ci fossero tutti. Accanto lui, in fondo alla Sala della Regina alla Camera, ci sono le capogruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi.  Insieme ai gruppi parlamentari, seduti in fondo, ecco anche i ministri del Pd del governo Draghi Andrea Orlando e Dario Franceschi. 

“Siamo un partito granitico”, ha detto Letta suggellando il momento con la citazione dell’intervista che oggi, un grande padre nobile del partito, Romano Prodi ha rilasciato ad Avvenire. Ma più che un messaggio di unità ai suoi il segretario dem ha voluto fare un appello all’esterno, ai 5 stelle che rischiano con l’astensione dal voto al Senato domani sul Dl Aiuti di terremotare il governo. Non ci sono terze vie. Letta, in linea con quanto spiegato ieri dal presidente del consiglio Mario Draghi, lo ha detto senza giri di parole. “Lo diciamo sommessamente. Non è una nostra ripicca il fatto di dire che se cade il governo si va al voto. Non lo diciamo noi per ripicca nei confronti dei 5 stelle, è semplicemente nella logica delle cose. Questo governo può funzionare solo in questo formato e in questa configurazione. Era chiaro già quando è nato". Una caduta fisiologica che il segretario, dice, è rafforzata anche dalle posizione delle forze di centrodestra che sostengono l’esecutivo. Lo dicono anche Salvini e Berlusconi”, spiega.

 

Le sue parole arrivano mentre è ancora in corso il consiglio nazionale del M5s, con la possibilità dello strappo sempre più probabile. E dunque Letta ne approfitta anche per tirare una stoccata, anche questa chiarissima al Movimento. “Nel momento in cui il governo pone la questione sociale, sarebbe paradossale metterlo a rischio. Anche noi - continua il leader Pd - abbiamo dei punti che non trovano consenso in questa maggioranza. È naturale che questi distinguo si esplicitino, lo ritengo legittimo. Ma dico: attenzione, perché non vorrei che con i distinguo si finisse come con il colpo di pistola di Sarajevo che diede il via alla prima guerra mondiale". Insomma, i grillini hanno ottenuto quello che volevano, perché fare cadere tutto sulle virgole? “

Se il governo cadrà - dice il segretario - non saremo in grado di dare risposte a milioni di lavoratori e di giovani che aspettano risposte. Noi la questa svolta l'abbiamo vista nella giornata di ieri, una svolta sociale per fare sì che gli ultimi mesi del governo siano quelli in cui si risponde alla crisi che stimao vivendo". 

 

 

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