Il caso

L'Auditorium, le nomine a schiovere e Gualtieri. Un botta e risposta

La fondazione Musica per Roma risponde in merito all'articolo "A Roma non funziona più nulla, ma Gualtieri ha un talento per le nomine: quadruplicati i dirigenti e gli uffici dell’Auditorium”. Ma il problema rimane: il Comune, socio fondatore, non poteva non essere informato della quadruplicazione

Al direttore - In merito all’articolo pubblicato in data 30 giugno a firma di Salvatore Merlo e intitolato “A Roma non funziona più nulla, ma Gualtieri ha un talento per le nomine: quadruplicati i dirigenti e gli uffici dell’Auditorium”, corre l’obbligo di alcune precisazioni, a correzione di informazioni contenute nello stesso parziali o non del tutto veritiere:

 

1. Così come previsto dallo Statuto della Fondazione Musica per Roma, il CdA agisce in piena autonomia. Naturalmente ha confronti con i soci (che oltre a Roma Capitale sono la Regione Lazio e la Camera di Commercio), come è giusto e normale che sia, ma svolge la propria attività e compie le proprie scelte seguendo esclusivamente i principi della corretta gestione, come d’altra parte i bilanci in attivo e una capacità di autofinanziamento di circa il 50 per cento, pur in anni di pandemia, testimoniano. Le scelte compiute dal CdA non sono quindi eterodirette o imposte da alcuno dei soci, il cui rispetto per l’autonomia della Fondazione è totale e continuativo.
2. La riorganizzazione aziendale deliberata dal CdA è parte integrante del Piano Strategico di mandato approvato nel febbraio del 2021 (condiviso con i soci) che fissa una serie di obiettivi, anche economici, da perseguire attraverso un insieme di scelte strategiche, fra cui un efficientamento organizzativo, necessità, fra l’altro, ripetutamente sollecitata sin dal 2017 dal Collegio dei Revisori dei Conti e rimasta inascoltata fino all’insediamento del CdA attuale (luglio 2020).
3. La nuova struttura degli uffici è solo una parte di un piano di riorganizzazione molto più ampio che comprende anche: la valorizzazione delle risorse interne, a tutti i livelli di inquadramento; l’adozione di procedure (selezione del personale, budget e gestione di commessa, gare e acquisti, introduzione dell’albo fornitori, etc.) di cui la fondazione era completamente priva; l’adozione di un piano di valutazione delle performance, cui è collegata anche la premialità (finora erogata a pioggia); l’adozione di un piano di Audit interno finalizzato al controllo della correttezza dei processi organizzativi oltre che ad un efficientamento degli stessi; la delega ai quadri con dotazione agli stessi di potere di firma per atti ordinari e per spese ordinarie al di sotto dei 20 mila euro, finalizzata ad una fluidificazione delle attività (fino ad oggi tutto, anche spese di pochi euro, deve essere autorizzato dall’AD) e perfettamente in linea con i compiti e funzioni previste per i quadri dal contratto collettivo nazionale applicato;
4. L’articolo elude un’informazione fondamentale. E’ vero sì che sono previste quattro posizioni dirigenziali, ma è altrettanto vero che i futuri dirigenti saranno scelti attraverso una selezione fra il personale interno alla Fondazione, più specificamente fra i 13 funzionari (quadri) attuali, attraverso un processo trasparente, con una commissione di valutazione indipendente. Questo con l’obiettivo di valorizzare le migliori competenze interne, introducendo criteri di scelta oggettivi con processi di selezione simili a quelli adottati nel settore pubblico, senza pesare in maniera eccessiva sul costo complessivo del personale.
5. I
n merito alle retribuzioni, l’articolo in maniera poco chiara parla di 300 mila euro di stipendi. In primo luogo non si capisce se ne parla come singolo stipendio di ogni dirigente (e in questo caso la cifra è falsa, perché il contratto collettivo nazionale applicato dalla Fondazione prevede stipendi molto inferiori) o come onere aggiuntivo complessivo per la Fondazione. Anche in questo caso la cifra non è veritiera, perché selezionando i dirigenti fra il personale interno della Fondazione, specificamente fra i 13 funzionali attuali, ossia già già inquadrate a livello elevato, nel peggiore dei casi l’aumento del costo annuo complessivo del personale della Fondazione sarà di poche migliaia di euro, una cifra assolutamente in linea con le previsioni economiche previste dal Piano Strategico di cui si è detto.
6. La Fondazione ha effettivamente attivato processi di formazione interna. Nella logica di valorizzazione delle risorse interne, la formazione è un valore e non un costo. Ma oltre ciò, da un lato va sottolineato che erano anni che non si provvedeva ad aggiornare il personale, dall’altro che tale formazione è erogata attraverso i fondi interprofessionali, finanziati con la quota di contributi del personale destinata alla formazione continua, quota che se non viene utilizzata, viene sprecata e perduta. In parole povere, la formazione che si sta facendo attualmente alla Fondazione è stata realizzata per la sua parte maggiore senza spendere un euro, tant’è che il costo complessivo nel 2022 per la formazione sarà di soli 7 mila euro, a fronte di 50 mila euro appostati in bilancio previsionale.
Fondazione Musica per Roma

   

Risponde Salvatore Merlo. La lunga e cortese lettera conferma che l’Auditorium Parco della musica passerà da una gestione, quella attuale, che prevede un singolo amministratore delegato a una nuova gestione che prevede quattro dirigenti. Da tredici uffici a ventuno. Che il comune di Roma, socio fondatore, non fosse informato della quadruplicazione è semplicemente impossibile.

Di più su questi argomenti: