(foto di Ansa)

Costiera draghiana

A Sorrento è “Te vojo Pnrr assai”. Draghi si beve un “Conte spritz”

Carmelo Caruso

Al Forum Ambrosetti per l’evento “Verso Sud” è “Te vojo Pnrr assai”. Iil premier parla di sud e Fico resta senza parole. Si brinda a Conte e moscato

A causa delle sue minacce i suoi ministri si imbarazzano e il presidente della Camera ammutolisce. Eravamo a Sorrento, per l’evento “Verso Sud” e abbiamo visto e ascoltato (non visti) Roberto Fico, uno che il M5s non lo ha certo ereditato, mortificarsi di fronte a Mario Draghi. Il premier gli diceva: “Non è accettabile, non è accettabile”. Per colpa di Giuseppe Conte i dirigenti della “prima forza di governo” non riescono più a tenere lo sguardo sollevato. Ora ripete che Draghi “non ha mandato politico”, ma  per evitare di farsi mandare a quel paese, non ha mai chiesto di essere ricevuto a Palazzo Chigi. E’ confermato. Fa schiuma. Abbiamo domandato a Paola Severino, ex ministra della Giustizia, anche lei a Sorrento, cosa intendesse Conte, e sentite cosa ha risposto: “Ma cosa significa? Neppure io avevo un mandato politico eppure ho fatto il ministro. Non so dire se bene o male, ma l’ho fatto”.

 

Ha rovinato la festa anche a Mara Carfagna. Dopo la sua ultima uscita si aggiorna il campionario Conte. Viene rinominato dal governo (aggiornamento del 13 maggio 2022) “l’Elon Musk del diritto costituzionale”. Prova a fare salire  le azioni del suo profilo Instagram. Lo dileggiano così negli ex uffici che ha frequentato: “Abbiamo cercato su Google cosa significasse ‘mandato politico’. Non lo abbiamo trovato”. Giuseppe Conte si è infatti inventato un nuovo istituto del diritto parlamentare, la “variante Zagreblesky”, “la mozione Piazza Pulita”: “Non ha mandato politico”. Era dunque lui l’oliva nell’aperitivo di questo “Verso Sud”, due giorni a Villa Zagara, il “Te voglio Pnrr assai… ” che ha organizzato la ministra Carfagna per parlare di Meridione e della sua storia economica che, diceva Draghi (felicissimo di esserci) è più complessa di “come raccontano i pigri pregiudizi”.

 

Era un’ulteriore esercitazione da promessa leader (ma quando un po’ di coraggio e un nuovo partito?) della ministra di Forza Italia che ha fatto bene tutto, forse anche troppo. C’erano Sergio Mattarella, Draghi, Fico, Paolo Gentiloni, Gianni Letta, Brunetta, Colao, Giovannini, Giorgetti, che si è inventato “mister Pec” (l’anonimo ministeriale che rallenta gli investimenti) e arriveranno Letta, Meloni, Tajani, Conte e Di Maio (videocollegati). Insomma, veramente servirebbe un vagone per elencare questa “piccola Davos dei limoni” (menù: caponatina con mozzarella di Agerola e riso al limone. Abbastanza gradito) dove, e non ce ne voglia la brava Carfagna, si esagera sempre con i “panel”, i servizi d’ordine: “Area stampa, andate nell’area stampa! Chiamo gli agenti!” Ummamma!”.

 

La verità è che c’era più capitale che capitalisti quelli che invocava il signor Tobler (e Giorgetti) ne “L’assistente” di Robert Walser (Adelphi) : “Per capitalisti! Ingegnere cerca contatto con capitalisti. Stop. Scopo finanziamento brevetto. Stop. Operazione redditizia”. Se Draghi e la sua ministra del Sud vogliono spiegare al Sud perché bisogna fare le riforme e demolire il “gontismo con le bollicine” dovrebbero percorrere, insieme ai giornalisti, la tratta della Circumvesuviana Napoli Porta-Garibaldi-Sorrento con relative fermate a San Giovanni a Teduccio-Barra-Vico Equense-Seiano-Meta e sedersi sui sedili sbrindellati, sulle carrozze da disagio della civiltà. Non si può neppure scrivere “treni come quelli di Bombay” dato che, come ha anticipato Marco Minniti, che ragionava sul nuovo ordine mondiale, “adesso dobbiamo fare i conti con l’India, evitare la tenaglia umanitaria”. Era il suo uno degli interventi più lucidi.

 

C’era pure il direttore il Tg2 Gennaro Sangiuliano che, simpaticamente, si è denunciato subito, dopo le polemiche sulla sua partecipazione all’evento della Meloni. “Eh, no. Questa volta modero un dibattito sul mare”. Il premio scarpa più fantasiosa l’ha vinto il ministro Massimo Garavaglia che di Conte non voleva parlare: “Perché si sa che io mi occupo solo di turismo e di Inter”. Aveva un mocassino scamosciato. Giorgetti si proponeva invece come compagno di Di Maio (“L’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato non abbrevia la guerra”) e analizzava il fenomeno Conte: “Conosco i suoi pregi e difetti. Guida il partito più numeroso, non si può sottovalutare”. Del resto, conosce anche quelli di Salvini. Loro vanno a sbattere e lui: “Devo andare a parlare con Profumo…”.  Usa un telefono Motorola e non è solo un dettaglio. Sui modelli dei telefoni un giorno bisognerà stilare un elenco.

 

Gianni Letta non si separa dal suo Ericsson. Goffredo Bettini ha un Brondi e dicono, nel Pd, che sia lui il vero Gianni Boncompagni di Conte. Gaetano Manfredi, il sindaco di Napoli, ha un vecchio Bluckberry. A Sorrento c’era ovviamente pure lui che di Conte è stato il ministro dell’Università (la sua nomina era stata annunciata a Villa Madama, in una conferenza di fine anno) ed era piacevole sentirlo. E’ uno che ha trovato un suo equilibrio e che spiegava con semplicità la fase, politica, che stiamo vivendo: “Non è Weber, ma Darwin.  E’ solo campagna elettorale. Ne sentiremo di tutto e di più”. Per fortuna a Sorrento il governo non è tramontato, ma solo il sole, come questo pezzo.  Il cameriere: “Gradisce del tonno con mentuccia? Moscato?”.

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio