(foto di Ansa)

Lavorare per la pace

Bersani atlantista si smarca dagli svalvolati: "Sì alle armi all'Ucraina"

Intervistato dalla Stampa, il deputato di LeU si dice favorevole all'invio di armi alla resistenza ucraina. Le destre? Un colpo al cerchio e uno alla botte. Il riarmo? Sì, ma che sia europeo

“Credo sia assolutamente giusto aiutare un paese aggredito: con interventi umanitari, con sanzioni e anche con aiuti militari”. In un’intervista alla Stampa, Pierluigi Bersani mette in riga gli svalvolati - i professori narcisi, i pacifisti che chiedono la resa di Kyiv, i castigatori e i conduttori spaesati - e si riscopre atlantista. L’ex leader del Partito democratico ribadisce il supporto alla resistenza di Kyiv contro l’invasione russa, aggressione ingiustificata dettata dal "revanscismo imperiale di Putin". A chi sostiene che l'Ucraina debba arrendersi per evitare il peggio risponde: “Non abbiamo mica deciso noi se loro resistono o no. Sono stati gli ucraini a decidere di resistere”.

   

Sui crimini di Putin, Bersani sottolinea “che vanno sanzionati”, ma bisogna prima capire “quale sia la sede di giurisdizione per farlo”. Ma attenzione a parlare con leggerezza di un processo al leader russo: “Non mi pare utile evocare Norimberga perché fa pensare alla Shoah e a venti milioni di russi morti: questo può solo attizzare il nazionalismo russo”. Per Bersani adesso bisogna fare di tutto per fermare il conflitto e in questo momento i cambi di regime a Mosca restano “obiettivi da lasciare alle fantasie notturne”.

  

Bene anche il riarmo, purchè proceda con giudizio. "Credo sia assolutamente giusto aiutare ad aiutarsi un paese aggredito: con interventi umanitari, con sanzioni e anche con aiuti militari". Bersani cita Prodi e ricorda che “se in questa occasione non impostiamo un meccanismo di difesa europeo a partire dalla cooperazione rafforzata trai quattro paesi principali, aspettando che gli altri arrivino, non lo faremo mai più”. Stringere le maglie degli europei aiuterebbe anche a “capire che l’Europa non è la Nato e che i loro interessi non possono essere sempre sovrapponibili”.

   

Bersani resta scettico sull’embargo al gas: “Non riusciamo neanche a livello europeo a mettere un tetto al prezzo, non prenderlo mi pare complicato” e ricorda che “non va sottovalutata l’opinione pubblica, che difficilmente reagirebbe bene davanti a un razionamento dell’energia chiesto da noi”. Ma tutto questo “non significa che non si possano rafforzare le sanzioni”. E perché la crisi energetica non pesi troppo sui cittadini bisogna lavorare sul prezzo al dettaglio, senza “che le società debbano rimetterci, ma guadagnino il giusto”.

  

E sugli opinionisti filo-Putin in tv? "Ognuno dice la sua e prende la responsabilità di quel che dice. Ma non bisogna contraffare le posizioni". La posizione dell’Associazione partigiani, vedi sul caso di Bucha, è però davvero un esercizio di equilibrismo, ma "Conoscendo l’Anpi", dice Bersani, "non credo che abbia una posizione neutrale, che non riconosca l’aggressore e l’aggredito". Insomma, "Non li demonizzo".

  

Una stoccata senza incertezze arriva invece contro le destre. Il problema dei sovranisti, accusa Bersani, è quella fascinazione per il modello autocratico di Putin: “è un amore, non credo neanche tanto corrisposto, e davanti a un innamoramento venire via non è semplice”. Non è un caso che, non potendo ammiccare a Putin, ci si sbrighi a complimentarsi con Orbàn per la vittoria nelle elezioni – anche se nessuno ormai si immagina davvero fuori dal fronte Atlantico. Strategia che per Bersani è “un colpo al cerchio e un colpetto alla botte”.

  

Ottimista invece sul centrosinistra in vista delle sfide del 2022, che vedranno il campo progressista presentarsi insieme quasi dovunque. Per il Parlamento invece, la priorità deve essere la legge elettorale e che sia proporzionale: “Con questa storia di volere leggi che la sera stessa ti dicono chi governerà, in questa legislatura abbiamo avuto tre maggioranze diverse e se non ci fosse stata la guerra ne avremmo avute quattro”.

Di più su questi argomenti: