Prigioniero della sua immagine
Putin, i fucili, di nuovo Orbán. Il guaio di Salvini è che si fa troppe foto
Ma quante se n'è fatte, benedetto ragazzo? La Russia, il No euro, la Padania: ciascuna di queste immagini è un problema, un imbarazzo presente o futuro

Salvini va a Mosca "per tornare a dialogare con la Russia", 15/10/2014 (Foto Facebook)

Matteo Salvini alla Duma per protestare contro le sanzioni alla Russia, 15/10/2014 (Olycom)

"Due Mattarella in cambio dimezzo Putin". A Strasburgo, al Parlamento europeo, 25/11/2015 (Foto Facebook)

La foto con cui Salvini ha salutato la vittoria elettorale di Viktor Orbán in Ungheria (Foto Twitter)

Salvini visita uno stand alla fiera delle armi di Vicenza, 11/2/2018 (LaPresse)

Matteo Salvini, a Gussago, visita una fabbrica di armi, 6/05/2017 (LaPresse)

Matteo Salvini al Parlamento russo nel 2014 (Olycom)

Salvini, da ministro dell'Interno, saluta Luca Lucci, uno dei capi ultras del Milan. 16/12/2018 (Ansa)

Salvini durante una manifestazione del "Basta euro tour" a Torino, 15/3/2014 (Ansa)

A Pontida durante la campagna elettorale delle provinciali, 14/6/2009 (Ansa)
Sono la maledizione di Matteo Salvini: le fotografie. Ma quante se n’è fatte, benedetto ragazzo? Qua ne sono state scelte appena nove. Eppure in giro se ne trovano centinaia, a testimoniare avanzate e ritirate, più o meno strategiche, sortite figlie dell’opportunismo e del momento. E la cosa incredibile è che se l’è fatte tutte lui queste foto. Persino quelle nella ridente Pyongyang, in Corea del Nord. Ecco Orbán, ecco Putin, ecco i fucili, ecco il no euro... Ciascuna di queste immagini è un problema, un guaio (un imbarazzo) presente o futuro. E la verità forse è che a forza di creare immagini, se ne resta prigionieri.
Come quel sovrano cinese che un giorno ordinò di cancellare dal muro nella sua stanza il dipinto di una fontana perché la notte non riusciva a dormire per il rumore. Alcuni politici scrivono libri che nessuno legge, fanno dichiarazioni scritte che col tempo possono essere ritrattate. O dimenticate. Una fotografia no. La foto non ha bisogno di parole per essere spiegata. Ti inchioda. Fissa l’eternità in un attimo. Ed ecco allora Narciso-Matteo che si consuma impotente dinanzi a quella virtualizzazione che pure un tempo era stata la sua fortuna.