L'intervista

"Ipocrita votare contro aumento spesa militare". Parla Mulé

"In gioco ci sono valori non negoziabili"

Marianna Rizzini

"Lega e M5s concordi sulla necessità di alazare la spesa, non si capiscono i distinguo del giorno dopo. Non può esserci un populismo su vita, difesa della vita e credibilità internazionale". Intervista al sottosegretario della Difesa, Giorgio Mulé

Armi? Voto pace”. La frase di Matteo Salvini, due giorni fa, è suonata strana a chi non aveva certo visto la Lega farsi detrattrice della linea governativa espressa nel contesto del decreto Ucraina: portare le spese militari al 2 per cento del pil. E la linea non era solo governativa: con un ordine del giorno, a larga maggioranza, infatti, la Camera ha impegnato il governo a dare seguito all’intenzione espressa in merito. Non solo: l’ordine del giorno è stato presentato dal leghista Roberto Paolo Ferrari, capogruppo Lega in commissione Difesa. Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè appare dunque sorpreso.


Quello che appare infatti come un repentino cambio d’idea sembra di nuovo riunire gli ex partner nel governo gialloverde, visto che l’ordine del giorno è stato cofirmato dai capigruppo di tutte le principali forze politiche nella stessa commissione Difesa (Lega, Pd, FI, Iv, FdI e M5s). Però il Movimento, per bocca del leader ed ex premier Giuseppe Conte, non soltanto è apparso freddo, ma ieri ha definito “ignobile” la scelta di fare “investimenti massicci sulle spese militari” invece “di intervenire con investimenti ingenti  per aiutare le famiglie e le imprese in difficoltà”. Come dire: bollette contro armi?  Armi contro bollette? “Io invece definisco ipocrita nascondere la mano con cui si è tirato il sasso”, dice Mulè, tanto più in un quadro in cui sono in gioco valori non negoziabili come la vita. Ricordiamoci il gladio di Pietro davanti a Gesù nel giardino dei Getsemani: cristianamente dico che vado a dormire con la coscienza tranquilla per aver accolto quell’ordine del giorno” (Papa Francesco però, intanto, ha detto di essersi vergognato quando ha letto dell’aumento delle spese militari al 2 per cento). E insomma, il gradimento per l’ordine del giorno, dice Mulè, era parso talmente trasversale che “non si può certo ora presentarlo come un fungo autunnale spuntato chissà come e chissà dove” .

 

La concordia era tale, dice il sottosegretario, che si fatica a comprendere la repentinità “dei distinguo” del giorno dopo. Quanto al mettere sulla stessa bilancia armi e caro-prezzi, per Mulè “non può esserci un populismo su vita, difesa della vita e credibilità internazionale. Chi la mette in questi termini mi pare non faccia il bene del paese. Tutti vogliamo che pasta e carburante costino meno, ma non si sta dicendo ora che le spese militari debbano aumentare improvvisamente con un’impennata; stiamo parlando di un aumento stabile nel tempo che ci permetta di difendere meglio la pace e i nostri valori. Si parla e si parlava di Difesa europea: ecco, di questo si tratta, non di un incremento pistola alla tempia”.

 

Mulè ricorda che qualche settimana fa, nel corso di un webinar organizzato da Airpress (Formiche.net), a cui partecipava oltre al sottosegretario il presidente del Copasir Adolfo Urso (FdI), e i membri della commissione Difesa della Camera, il leghista Ferrari, Alberto Pagani del Pd, Angelo Tofalo del M5s e Maria Tripodi di Forza Italia, “si era convenuto trasversalmente sull’importanza di un investimento sulla Difesa. E io credo in Parlamento ci sia grandissimo consenso sul tema. Non si può ora dare l’immagine di uno stato ballerino che il lunedì dice una cosa e il giovedì ci ripensa. Dobbiamo inviare messaggi chiari, univoci e fermi sul concetto di legittima difesa. La vita, ripeto, è un valore non negoziabile”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.