Matteo Salvini (Ansa)

L'altro Carroccio

Via il green pass? "Lo spero", dice Salvini. E la Lega prova il blitz alla Camera

Ruggiero Montenegro

L'emendamento leghista contro la certificazione verde, per il momento viene accantonato, ma il segretario e i suoi sono tornati alla carica: riecco il Carroccio "di lotta", mentre il governo studia una road map per uscire dall'emergenza 

“Entro pochi giorni una road map per uscire dall'emergenza”. L'annuncio di Mario Draghi è arrivato venerdì scorso, accompagnato però da un monito – "Ascolto tutti, ma barra dritta" – dietro cui si cela la cautela del ministro della Salute Roberto Speranza, che pure ha aperto a un progressivo allentamento delle restrizioni, a partire dal superamento dello stato d'emergenza. Ma per Matteo Salvini, e per la Lega "di lotta", è evidentemente troppo poco. Via il green pass dopo il 31 marzo? “Lo spero", ha detto questa mattina a Radio 24. "Se nei prossimi 40 giorni la situazione migliora, si supera lo stato d'emergenza e dal nostro punto di vista si superano anche tante restrizioni”.

Il segretario della Lega è pronto così a rilanciare una battaglia rispetto alla quale pezzi del Carroccio sono da sempre molto molto sensibili. Tant'è che questa mattina, in commissione Affari sociali alla Camera, durante la discussione per la "Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1”, la Lega ha proposto un emendamento per superare definitivamente la certificazione verde già da aprile. Un'incursione che per il momento non ha sortito effetto, l'emendamento è stato accantonato e la seduta sospesa: riprenderà nel pomeriggio. E al di là di come finirà oggi - insieme alla Lega dovrebbero votare Fdi e gli ex grillini di Alernativa - è un episodio che mostra bene quale sia il clima nella maggioranza, già provata dalle tensioni sul Milleproroghe, e soprattutto quali siano le intenzioni di via Bellerio.

Con il segretario che da un lato deve tenere a bada fronde interne – con i vari Bagnai, Borghi e compagnia da sempre schierati contro la certificazione – e che dall'altro non può permettersi che sia la sola Giorgia Meloni a intestarsi lo scontro, a maggior ragione mentre i sondaggi certificano la costante crescita di Fratelli d'Italia, sempre più dura contro le scelte pandemiche. Uno scenario in cui anche il tempismo della nuova uscita di Salvini appare meno casuale. “Oggi mi sembra che la situazione sia fortunatamente sotto controllo”, ha detto ancora il capo dei leghisti, prima di indicare la prospettiva: “Se tra 40 giorni arriviamo con gli ospedali vuoti, gli italiani iper vaccinati, i bimbi tranquilli a scuola non si vede perché complicare la vita a chi lavora”.

Lo stesso punto sollevato ormai da giorni da un altro leghista di spicco, il ministro del turismo Massimo Garavaglia che già dalla scorsa settimana continuava a ripetere “Riaprire tutto da aprile”, anticipando la parlamentarizzazione della battaglia leghista. Garavaglia insiste perchè si vada di corsa e si allentino le restrizioni “come in Francia”, per evitare di perdere turisti a discapito di nazioni limitrofe nella stagione estiva.

E poco importa se la stessa preoccupazione è condivisa anche tra i banchi del governo, che sta lavorando a un piano per rendere più agevoli le condizioni di chi viaggia in Italia. Per questo già nei giorni scorsi, e facendo seguito alle richieste dell'Unione europea, si è tornati al meccanismo originario del green pass base, sufficiente a muoversi in ambito comunitario, senza quarantene aggiuntive per chi entra. L'idea è di adottare progressivamente lo stesso principio anche per chi arriva da altre parti del mondo. Provvedimenti che in ogni caso il Carroccio considera ancora troppo timidi. 

Inoltre – come riporta il Corriere – le regole per consumare presso bar e ristoranti, almeno per quanto riguarda l'esterno, potrebbero essere archiviate insieme allo stato d'emergenza. Stessa sorte per il green bass rafforzato attualmente richiesto per hotel, fiere e congressi: l'attuale decreto scade il 31 marzo e “se le condizioni continuano a migliorare” – è la frase ripettuta come un mantra tra Palazzo Chigi e il ministero della Salute – anche questa misura tornerà in soffitta. L'altro grande aspetto legato a doppio filo con il turismo è la mobilità: oggi è necessario essere guariti o vaccinati per utilizzare i mezzi pubblici, l'intenzione è di allentare le richieste anche in questo caso. Ma sul punto e sulle modalità le posizioni sono ancora distanti: occorerrà riparlarne per trovare una sintesi. E il governo ci proverà già nei prossimi giorni, Lega permettendo.

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