Telequirinale

La rosa, la controrosa, il porto delle nebbie. La seconda giornata di voto vista dalla tv

Marianna Rizzini

Quelli del centrodestra sono nomi veri o fittizi? E il centrosinistra che fa adesso? Se lo chiedono conduttori e inviatati delle trasmissioni che seguono il voto (nelle dirette fiume)

Allora, la seconda rosa non c’è”. Lo sconcerto irrompe sul piccolo schermo de La7, a metà pomeriggio, durante la maratona Mentana, quando si capisce che il centrosinistra non farà la cosiddetta “controrosa” di nomi dopo che il centrodestra ha reso nota la sua (Marcello Pera, Letizia Moratti, Carlo Nordio). Farà in compenso una riunione, il centrosinistra, da cui in serata uscirà un comunicato che proporrà non nomi, bensì un incontro bipartisan di delegazioni ristrette. Ma questa non è ancora la storia del giorno, nel pomeriggio in cui intanto, su Rai2, nel corso dello speciale condotto da Maria Antonietta Spadorcia, si cerca di guardare oltre l’ancor fumoso Colle con manovra diversiva internazionale (Ucraina). Ricorre però, a schermi unificati, il tema della “messa a terra” del Pnrr, motivo per cui per alcuni commentatori bisogna “fare in fretta” e basta, mentre per altri sarebbe meglio “fare piano purché si faccia bene”. Tuttavia la situazione viene raccontata dagli inviati dei programmi come caccia ai nomi che non sono stati fatti (il deputato di Italia Viva Gennaro Migliore, su La7, ricorre all’immagine dell’argenteria “tenuta a casa”). Insomma: i nomi emersi dalla conferenza stampa senza domande del centrodestra, preceduta da conciliabolo muto (si vedono sugli schermi agitarsi i sette leader della coalizione, maggiori e minori, anche se poi parleranno soltanto in tre), paiono nomi fantasma.

Su La7 intanto il Matteo Renzi versione retroscenista viene definito “topo nel formaggio” da Alessandro De Angelis. Fatto sta che è il fattore tempo a tormentare le ricostruzioni, fino a che il senatore a vita Mario Monti non esplicita, in un’intervista, quello che molti pensano: ci si augura “un consenso ampio”, se serve tempo lo si prenda, e però si confidi nel fatto che tutto ciò accada presto. Nel frattempo Salvini, annunciando la rosa, dipinge il centrodestra come paradiso di dialogo e generosità (Giorgia Meloni insiste invece sul “diritto” della coalizione che ha più voti di fare appunto i nomi che poi il centrosinistra non raccoglierà). Nicola Porro, su Rete4, fa commentare la mossa a Vittorio Sgarbi: “Autolesionista”, è la risposta, giunta prima che sugli schermi de La7 compaia un Giuseppe Conte che parla di caro-bollette come il Salvini pre-fase presidenziale e come la firma del Corriere della Sera Aldo Cazzullo intervistato da Rai2, ed è un Conte che sul Colle non ha bisogno di esegesi: la barca è ancora nella tempesta, dice, non si può “chiedere al timoniere di prendere nuovo incarico”.

L’esegesi è invece necessaria per Giancarlo Giorgetti, che invoca generica pazienza. Fuori dall’aula, i cronisti chiedono lumi ad Ignazio La Russa, raccontano gli inviati de La7 e della Rai (della serie: è l’unico che non necessita di Sibilla cumana). Dentro gli studi tv, si cercano ancora paragoni sportivi: “Mossa del cavallo”? Macché, dice De Angelis: “Mossa degli asini”. Tommaso Labate conferma che Franco Frattini è ancora presente sottotraccia, pur nella nebbia che circonda la strada che porta al Colle. Difficile vedere oltre la serata, ma il direttore del Quotidiano del Sud Roberto Napoletano, su Rai2, definisce in controtendenza la situazione “molto semplice” (si spera, dicono gli occhi degli ospiti). Si intervista a un certo punto l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli: “il momento richiede saggezza”, dice. Su Rete4, intanto, il deputato di Italia Viva Luciano Nobili dichiara la volontà di “essere deteminanti”, ma “qualitativamente”. Con la profezia di Maurizio Lupi (incontro centrodestra-centrosinistra), il pomeriggio cade nella sera televisiva con varie discettazioni sui nomi non usciti (Elisabetta Casellati, Giuliano Amato). E se Napoletano sui Rai2 rievoca un discorso di Draghi “bravo presidente del Consiglio” alla Corte dei Conti, su La7 compare una foto d’epoca di Pierferdinando Casini giovane militante.

Prima dei titoli del telegiornale, Mentana convoca gli inviati Sardoni, Celata e Aresta per illuminare la “situazione non esplicitata”. “Sembra di essere in un videogame”, dicono invece alcuni parlamentari sconsolati all’inviato di “Stasera Italia”, su Rete4, chez Barbara Palombelli. Infine arrivano voce e volto di Enrico Letta: “Buttiamo via la chiave” finché non si trova la quadra, è la sintesi. Si apre il sipario di Lilli Gruber, su La7, dove il direttore del Fatto Marco Travaglio e quello della Stampa Massimo Giannini rispondono alla domanda “ma sono veri i nomi dati da Salvini”? Il tutto pare una “discesa agli inferi” a Giannini. Travaglio individua Casellati, ora assente dalla rosa, come possibile ultimo nome di bandiera. Interviene Carlo Rossella: “Quella non era una conferenza, era un comizio”. 

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.