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In cerca di una sintesi

Quirinale, caos centrodestra: Salvini si avvicina a Draghi, Berlusconi no. Meloni propone Nordio

Valerio Valentini

Nella Lega salgono le quotazioni del premier ma i governisti di Forza Italia dicono no. "Al momento non ha i voti", spiega Carfagna. Tajani: "Lavoreremo su una rosa di nomi da proporre al centrosinistra". Ma l'attivismo di FdI, che ha scelto il suo candidato, dimostra che l'unità non c'è

La prima senza di lui, ma ancora nel nome di lui. E infatti a un certo punto Maria Tripodi si alza in piedi e tenta l'operazione orgoglio, che è forse già un poco operazione nostalgia: "Votiamolo lo stesso, Berlusconi. Anche per dire a Enrico Letta che la sua politica dei veti è inaccettabile". È il tributo che si deve al vecchio patriarca, certo. E infatti in tanti tra i grandi elettori azzurri ci tengono, nei loro interventi, a ringraziare il Cav. 

Poi però c'è la politica. E allora tocca ad Antonio Tajani provare a indicare la strada. Per ora scheda bianca, dice il coordinatore di FI aprendo l'assemblea, durante la quale Berlusconi non è intervenuto neppure telefonicamente. Ha fatto sapere che sta bene, ma ha preferito evitare. Si attende che maturino gli eventi, che un'intesa arrivi. "Lavoreremo su una rosa di nomi, da proporre anche al centrosinistra", dice l'ex presidente del Parlamento europeo, che non nasconde un certo nervosismo per l'atteggiamento corsaro di Giorgia Meloni, che in modo alquanto inattesa a metà mattinata, dopo aver riunito i suoi parlamentari, butta nella mischia il nome di Carlo Nordio. Due dita negli occhi a Matteo Salvini, che per il magistrato veneto ha da sempre parole di stima. "Potrebbe davvero rifiutarsi di votarlo?", se la ridono i pretoriani della Meloni in Transatlantico. 

 

Però l'attivismo di FDI dimostra che dalle parti del centrodestra l'unità ancora non c'è. E infatti, nella giornata che registra un significativo avvicinamento di Salvini verso l'ipotesi di Mario Draghi, i governisti di Forza Italia si impuntano. La notizia dell'incontro del leader della lega col premier piove nel cortile di Montecitorio proprio mentre i parlamentari azzurri si avviano verso la riunione di partito. Mara Carfagna, alla buvette, affida ai suoi deputati una riflessione che è anche un avvertimento: "Al momento, Draghi non ha i voti", sentono dire alla ministra del Sud. E di certo "non si può considerare come una minuzia quel No di Berlusconi su Draghi", dice Giorgio Mulè. "Che non è - prosegue il sottosegretario alla Difesa - un veto sul nome del premier, su cui certo non possiamo essere noi di FI a essere tacciati di tiepidismo. È semmai una esortazione a proseguire nell'azione di governo, nella consapevolezza che, senza di lui, sarebbe difficilissimo trovare un nuovo equilibrio".

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.