La conferenza

Draghi: "La scuola non va chiusa, va protetta. Gran parte dei problemi causati dai no vax"

"Un uso generalizzato della Didattica a distanza causerebbe disuguaglianze", ha detto il premier presentando da Palazzo Chigi le nuove misure per il contrasto alla pandemia introdotte nell'ultimo Consiglio dei ministri

Redazione

"La scuola va protetta, non va chiusa. È fondamentale per la democrazia", dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa da Palazzo Chigi per spiegare le nuove misure anti Covid introdotte dal governo. In particolare l'obbligo vaccinale per gli over 50, l'utilizzo del super green pass e l'intenzione del governo di mantenere le aule aperte. 

   

La conferenza stampa di Draghi da Palazzo Chigi

"Il motivo per cui possiamo adottare un approccio diverso rispetto al passato è fondamentalmente uno solo: la vaccinazione", dice il premier. "Nel 2021 abbiamo visto un numero di morti alto ma inferiore rispetto al 2020, a fronte delle tante aperture. Oggi hanno riaperto le scuole così come negli altri grandi paesi europei. Nessuno di questi paesi ha chiuso la scuola e hanno una situazione pandemica simile alla nostra".

  

"I dati ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi", aggiunge Draghi, "e che le terapie intensive sono occupate per due terzi dai non vaccinati". 

 

La scuola deve restare aperta

"Il governo ha una priorità: che la scuola resti aperta in presenza", dice ancora Draghi riguardo al tema istruzione. "Per capirlo basterebbe vedere anche solo gli effetti negativi che la Dad ha avuto sugli studenti. La didattica a distanza provoca disuguaglianze destinate a restare, disuguaglianze che si riflettono su tutto il futuro della loro vita lavorativa. Non ha senso chiudere la scuola se non si chiude tutto il resto. E non ha senso chiudere tutto ora perchè non ci sono i motivi per farlo", spiega il presidente del Consiglio. E a una domanda esplicita su questo, risponde: "A volte si dice Draghi non decide più: questi ministri stanno invece dimostrando che la scuola aperta è una priorità". 

 

"Bisogna cercare di non tenere chiuso tutto come l'anno scorso: tornando alla scuola, in media in Italia ci sono stati 65 giorni di scuola regolare persi a causa Covid, rispetto a una media degli altri paesi che è stata di 27 giorni. Il triplo in sostanza. Non vogliamo che succeda di nuovo. Vogliamo che la scuola rimanga aperta".

 

L'obbligo vaccinale per gli over 50

Il premier interviene anche sull'obbligo di vaccinazione agli over 50. "Vorrei dire che quando si introducono provvedimenti di questa portata occorre cercare di arrivare all'unanimità. Questi sono provvedimenti di una portata sociale economica molto importante, hanno risvolti anche etici.  L'obiettivo è stato quello di proteggere la salute loro e di noi tutti. C'è anche una terza ragione: i colori delle regioni, dipendono dai parametri che riguardano le ospedalizzazioni e le terapie intensive. Quindi quanto più noi riusciamo a ridurre la pressione dei non vaccinati sugli ospedali, tanto più noi siamo liberi. Questi sono i motivi alla base della decisione".

   

I ministri di Scuola e Salute

Il ministro dell'Istruzione Bianchi aggiunge: "I comuni che hanno fatto ordinanze di chiusura delle scuole sono il 3,7 percento del totale dei comuni, quindi non è una questione dilagante. Il fenomeno è contenuto, le scuole hanno riaperto". E quello della Salute Speranza: "L'obiettivo essenziale del governo è ridurre la fascia dei non vaccinati per ridurre la pressione sugli ospedali".