editoriali

Caro Draghi, occhio alla spesa

redazione

Alcuni economisti criticano il premier (come avrebbe fatto l’ex pres. della Bce)

Che qualcosa non andasse in questa legge di Bilancio era evidente già dal fatto che tutti i partiti sono unanimemente soddisfatti della manovra “espansiva”. Le cose sono poi peggiorate quando le forze di maggioranza sono riuscite a peggiorare l’impianto della finanziaria rimuovendo diversi paletti messi dal premier Mario Draghi e dal ministro dell’Economia Daniele Franco volti a moderare le misure più distorsive già adottate in passato.

Una critica dura, ma ben motivata e argomentata, alla politica di bilancio del governo arriva da un documento elaborato da gruppo di economisti (Bastasin, Bini Smaghi, Meliciani, Messori, Micossi, Padoan e Toniolo). Il titolo è eloquente: “Legge di Bilancio: troppa spesa corrente se l’inflazione spinge i tassi d’interesse”. Gli economisti fanno notare che l’impianto della manovra è molto espansivo e prevede un “aumento pro-ciclico di spesa corrente dissonante rispetto al resto dei paesi dell’euro-area”. L’effetto espansivo, per avere un termine di paragone, è quasi il doppio di quello greco e il quadruplo di quelli degli altri paesi ad alto debito come Francia, Belgio e Spagna. Ciò vuol dire che l’Italia punta tutto sugli effetti della spesa sulla crescita per contenere e ridurre il debito pubblico. Ma si tratta di una manovra niente affatto priva di rischi.

La prima minaccia è dovuta all’aumento dell’inflazione, che se da un lato è un balsamo per il debito pubblico dall’altro spinge la Bce a una politica monetaria più restrittiva e quindi a tassi d’interesse più elevati. Ciò implica che il controllo del debito pubblico dipenderà molto dalla capacità di fare gli investimenti pubblici e le riforme strutturali, due cose in cui l’Italia non eccelle. Con un debito pubblico sempre più grande, l’Italia è più esposta alle tensioni sui mercati. Pertanto, il suggerimento degli economisti è quello di contenere la spesa corrente. Lo stesso che avrebbe dato l’ex presidente della Bce.

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