EDITORIALI

Manovra a bassa quota

Redazione

Una legge di Bilancio “as usual” incece che “whatever it takes” non può bastare

"C’è stato molto affanno nella fase terminale di discussione della manovra”: così ieri Mario Draghi nella conferenza stampa di fine anno ha parlato dell’approvazione in commissione della legge di Bilancio 2022 che passa ora sotto forma di maxiemendamento all’esame dell’Aula. Osservazione nella quale non è arbitrario scorgere la disillusione per una manovra più in modalità “as usual” che in modalità “whatever it takes”. Il premier ha fatto l’esempio del superbonus edilizio “che ha dato molto beneficio ma ha creato distorsioni e truffe, e per questo il governo era riluttante a una sua estensione”. L’estensione c’è stata e le villette sembrano diventate il tratto distintivo dell’intero impianto economico. Certo, poi ci sono i 51 obiettivi del Pnrr che Draghi dà per raggiunti e che valgono i fondi di Bruxelles: non poco, anzi. Ci sono la considerazione e la credibilità internazionale, e quella dei mercati che comunque non regalano nulla.

 

Ma è impossibile non notare che, oltre alle villette senza Isee i capitoli salienti della legge sono una riforma Irpef formato minimal, la rateizzazione delle bollette, il permanere della detrazione per i mobili, la proroga della tassa di occupazione per i tavoli all’aperto, le pensioni agevolate per categorie usuranti, la diluizione delle cartelle esattoriali. Cose in grado di rilanciare il paese migliorandone usi e costumi? A quello, si dirà, provvederà il piano nazionale di riforme e quindi l’Europa. Ma non si poteva anche nell’orto domestico volare un po’ più alto? Una riforma completa del fisco era stata proposta, come metodo, dallo stesso Draghi: non pare che la prima tranche ne sia il preludio, ma diamo il beneficio del dubbio. Un’altra riforma organica della previdenza era addirittura nella lettera a firma Draghi-Trichet del 2011, poi tradotta nella legge Fornero. Dov’è finita? Le misure per i giovani, quelle per ridurre l’enorme divario tra offerta di lavoro delle aziende e domanda degli inoccupati? Restano bonus, rateizzazioni, deroghe, diluizioni. Non si può dire qualcosa di epocale.

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