Carlo Calenda (foto Ansa)

nel collegio roma

Calenda diserta le suppletive e avverte Pd e Iv. "Se questo è il modo di lavorare il campo largo non c'è"

Gianluca De Rosa

La tornata per sostituire Gualtieri alla Camera non vedrà correre esponenti di Azione. Mentre Italia viva sceglierà tra Cappa e Casini. Matone in campo per il centrodestra

Doveva candidarsi addirittura lui. Mossa furba ed efficace per abortire sul nascere l’ipotesi di una candidatura comune Pd-M5S del leader grillino Giuseppe Conte.  E invece alla fine Carlo Calenda ha scelto un’altra strada: alle elezioni suppletive per il collegio Roma-1  della Camera dei Deputati lasciato scoperto dal sindaco Roberto Gualtieri, Azione non avrà un candidato. “Ma non sarà desistenza, semplicemente non sosteremmo nessuno”. Una scelta inaspettata che a dispetto delle sue parole potrebbe trasformarsi in un favore al Pd che negli scorsi giorni ha ufficializzato per il collegio il nome di Cecilia D’Elia. Nel I municipio  (che non corrisponde però perfettamente al collegio che è più esteso) alle elezioni per il Campidoglio la lista di Calenda aveva preso il 32 per cento dei voti. Eppure Calenda dice il contrario e accusa Pd e Italia viva. Questa mattina ad Agorà ha dichiarato: “Nonostante i voti raccolti  in quei territori ho ritirato la mia candidata (la consigliera regionale Valentina Grippo per la quale era cominciata la raccolta firme ndr) per dire ‘troviamo un candidato insieme’, ma il Partito democratico è andato dritto, immagino che Italia viva faccia lo stesso. Se questo è il modo di lavorare è inutile parlare di campo largo perché non c’è”. 

E infatti Calenda si ritira, ma il partito di Matteo Renzi sarà della partita. Sfumata la candidatura della ministra Elena Bonetti, per il collegio in pole ci sono il coordinatore romano Marco Cappa e Valerio Casini, consigliere capitolino, più votato alle ultime elezioni proprio della Lista Calenda sindaco. Il suo nome comunque non cambierebbe la scelta del leader di Azione di non sostenere nessuno che di fatto aiuterebbe i dem. Già favoriti dall’assenza alla competizione del M5S: dopo aver declinato la richiesta di Enrico Letta di candidarsi in quel collegio, Conte non presenterà una candidatura grillina.

Il quadro per le elezioni del prossimo 16 gennaio che determineranno chi prenderà lo scranno di Gualtieri, e ancor prima di Paolo Gentiloni, a Montecitorio appare completo. Questa mattina, infatti, senza difficoltà, il centrodestra ha annunciato la sua candidata unitaria per il seggio. Sarà Simonetta Matone. L’ex magistrato, oggi capogruppo della Lega in Assemblea capitolina, era già stata la presentata come candidata “prosindaca” in ticket con Enrico Michetti per la corsa al Campidoglio. Inutile dire che da questi parti, dove trovare una quadra non è stato affatto complicato, si gongola per le difficoltà degli avversari. Si legge in una nota congiunta dei partiti del centrodestra: “Mentre a sinistra il 'campo largo' è contraddistinto da profonde spaccature, nel centrodestra si esprime una figura autorevole che porterà  un contributo decisivo ai lavori del Parlamento italiano. Un segnale importante anche in vista della prossima legislatura, quando si recupererà uno schema bipolare che il centrodestra già dimostra in regioni e città di saper interpretare nel modo migliore".

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