la frontiera sì vax-no vax

Il segretario regionale friulano del Pd invita la destra a “essere coerente” nella lotta al virus

Marianna Rizzini

"Quelle di Fedriga mi paiono giravolte tardive, ma ben venga se alle parole seguiranno i fatti". Parla Cristiano Shaurli, segretario dem in Friuli Venezia Giulia. E rivendica la coerenza del suo partito su vaccini e green pass nella città della protesta no vax

Le regioni guardano con timore all’aumento dei contagi, i governatori della Liguria e del Friuli Venezia Giulia, Giovanni Toti e Massimiliano Fedriga, invocano restrizioni per i No vax, mentre per lo stesso Friuli Venezia Giulia si paventa un passaggio alla zona gialla. In Veneto, intanto, il governatore Luca Zaia si è espresso contro No pass e negazionisti (effetto collaterale: aver fatto risaltare la linea di frattura interna alla Lega, con un Matteo Salvini che ieri si trincerava dietro a un generico “il pass non cambia e no a nuove restrizioni”).

 

E, proprio nell’epicentro friuliano della protesta No pass, il Pd chiama gli avversari politici a fare i conti con le ambiguità interne. Cristiano Shaurli, segretario regionale del Pd, parte dai dati sul contagio, “tra i peggiori d’Italia”, e dice: “Il rischio di finire in giallo o in arancione c’è, anche se non può essere del tutto scaricato sui No vax. Ma chiediamoci come sia possibile che Trieste, da città della scienza e della ricerca, si sia trasformata in una sorta di capitale No vax. Io credo abbiano giocato un ruolo anche i tentennamenti e le mancate prese di posizione di alcuni leader. Ben vengano ora le dichiarazioni contro i No vax del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e le parole di Fedriga, ma avrei voluto sentirli parlare in questo modo prima e non dopo le elezioni amministrative”. Invece, dice il segretario regionale Pd, “è come se i dati drammatici fossero emersi soltanto ex post – anzi prima venivano quasi minimizzati. Non solo: se è vero che qui abbiamo avuto il caso di Amato De Monte, primario di Anestesia a Udine che non voleva vaccinarsi, cosa che può aver creato disorientamento, è anche vero che Fedriga, con Lega e Fratelli d’Italia, si è mostrato più volte critico rispetto alle chiusure e poi, in un’altra fase della pandemia, ha appoggiato il green pass. Insomma, mi pare una giravolta tardiva dovuta al fatto che Fedriga, a differenza di Salvini, deve governare”.

 

Quanto al Pd, dice Shaurli, “noi siamo sempre stati a favore del green pass e dell’intensificazione della campagna vaccinale, ma ci troviamo in una regione in cui si c’è stato un ritardo nella corsa all’immunizzazione. E alcune incoerenze, come ho detto, hanno rafforzato, invece di dissipare, i dubbi dei cittadini. Bisognerebbe ora che il centrodestra mostrasse con chiarezza di essere dalla parte del governo per quanto riguarda la lotta al virus. In questo quadro noi siamo pronti ad accogliere le parole di Fedriga, a patto che seguano i fatti”.

 

Ci sono altre cose urgenti da fare, dice Shaurli: “Migliorare il tracciamento, in questo momento completamente saltato, e ascoltare gli operatori della Sanità sul territorio, oltre a dire alla propria parte politica, se necessario, di mostrare senso di responsabilità. Insomma, e cito un fatto realmente accaduto: non si può dire che ci vuole la stretta sul green pass e poi avere consiglieri regionali che si presentano da remoto, senza che si capisca se siano vaccinati o no”. Intanto ieri Fedriga, intervistato dal Giornale, chiedeva al governo di “non far pagare ai vaccinati il prezzo delle chiusure”: “Il dato di fatto è che i cortei di Trieste”, ha detto il governatore, “hanno provocato il più grande cluster della storia pandemica del Friuli Venezia Giulia. Sono state tracciate più di duecento persone positive e centinaia non dicono dove sono state, oltre a migliaia che non vogliono farsi il tampone. Quello che mi preoccupa di più sono i messaggi che lascia chi è nel limbo del non vaccinato. Si tratta di messaggi deleteri nel momento in cui abbiamo prove certe dell’efficacia e della sicurezza del vaccino. Ho sentito cose allucinanti, come la storia che gli extraterrestri ci controllano tramite il vaccino”.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.