Cecilia Fabiano/ LaPresse 

Orgoglio Forza Italia

Lega e Forza Italia verso il coordinamento. Ma il Cav. tira in direzione Draghi

Marianna Rizzini

I ministri (e Berlusconi) tengono il punto in vista delle riunioni con il leader della Lega e si muovono per un centrodestra a trazione moderata. ll dubbio è che Salvini voglia fare delle riunioni un traino per "federare" la coalizione

Ventiquattro, quarantotto ore al massimo. Il countdown è cominciato, nei prossimi due giorni si capirà la direzione dell’incontro tra forze del centrodestra impegnate nel governo Draghi, e cioè tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e i sei ministri di FI e Lega. Ma intanto: come si ci arriva, a questo incontro di “coordinamento”, dopo la sconfitta alle amministrative e dopo il vertice di coalizione (compresa Giorgia Meloni) a Villa Grande, quello dai cui si è usciti con una nota congiunta che parlava di “compattezza” su elezione del presidente della Repubblica, coordinamento periodico e legge elettorale, nonostante i precedenti attriti? Prevarrà in tutti i modi, e senza ambiguità da parte salviniana, la linea espressa dai ministri di Forza Italia a più riprese e dallo stesso Silvio Berlusconi sul Corriere della Sera domenica scorsa (“sarebbe irresponsabile interrompere questo governo”, ha detto il Cav.)? E insomma, in attesa dell’incontro, ci si interroga, presso gli ambienti vicini ai ministri di FI Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, sul come mantenere una trazione moderata, governista ed europeista. Tanto più che Berlusconi stesso ha ribadito il concetto nel messaggio inviato qualche giorno fa a Gianfranco Rotondi per il lancio centrista della “Balena Verde” a Saint Vincent, parlando di un centro “europeista, liberale, garantista, cristiano”, “elemento trinante del centrodestra di governo” e baluardo di un irrinunciabile “bipolarismo”. Dall’altro lato c’è un Matteo Salvini che il coordinamento tra ministri al governo lo vuole, sì, ma – si domandano non soltanto in FI ma anche nelle aree più moderate della Lega – con quale sfumatura è ancora da vedersi. 

Ironia della sorte (e per Salvini forse nemesi), si era già parlato di coordinamento a metà giugno, quando non il leader della Lega ma il ministro per la PA Renato Brunetta aveva scritto una serie di suggerimenti sotto forma di documento (mandato sia a Berlusconi sia a Salvini) e sotto il titolo di “centrodestra unito di governo”, in cui, più che parlare di federazione o partito unico, si metteva l’accento proprio sul come far funzionare in modo compatto il centrodestra di governo. Si prospettava dunque la soluzione delle riunioni periodiche con “tre tavoli” (livello parlamentare, governativo, partitico) prima degli appuntamenti importanti (Cdm in primis). Ma, all’apparenza, al suggerimento brunettiano non era stato dato seguito. Ora però pare che Salvini fortissimamente voglia coordinarsi. E, all’interno dell’area più governista di FI, ci si augura che lo spirito di collaborazione sia reale e che non si prenda un metodo per torcerlo verso sponde ed egemonie per così dire più sovraniste. La strada era stata già tracciata a giugno, insomma, in nome del “momento eccezionale e dell’occasione formidabile”, si leggeva nel documento, di “far valere la potenza ideativa sgorgata dall’esperienza originaria della ‘discesa in campo’ liberale, popolare, cristiana di Berlusconi”. Si fosse seguita quella strada, si ragiona in FI, si sarebbero forse evitate molte tensioni. Tradotto: che Salvini non trasformi oggi le riunioni di coordinamento in un modo per esercitare il ruolo di federatore implicito. Intanto fonti vicine all’area più governativa di FI fanno sapere che i ministri parteciperanno al vertice con i colleghi della Lega, e con Berlusconi e Salvini, “con spirito costruttivo”, sottolineando che c’è sempre stata una collaborazione positiva tra titolari dei dicasteri di FI e Lega, ma che è benvenuto un migliore coordinamento per rafforzare l’azione del centrodestra a trazione più "draghiana" nell’esecutivo (non possiamo permetterci il lusso di lasciare Draghi alla sinistra, è il corollario). E dunque, in attesa dell’incontro, i ministri di FI tengono il punto: battaglia interna per far cambiare rotta al partito e battaglia nel centrodestra per avere una coalizione a guida e a trazione moderata. 
 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.