ANSA/FABIO CIMAGLIA 

Editoriali

Sarà Roma la nuova Milano?

Redazione

Europa, fondi, investimenti, rimbalzo. La grande occasione di Gualtieri

Trentun miliardi e 250 mila posti di lavoro sono l’impatto su Milano e Lombardia dell’Expo 2015 misurato dalla Bocconi. Certo, poi c’è stato il Covid ma l’onda lunga continua. Secondo l’Assolombarda, Milano avrà un pil 2021 in aumento del 6,4 per cento, oltre la stima nazionale, un incremento regionale di nuove imprese del 4,7 rispetto agli anni pre pandemia, e il capoluogo segna il record di città più attrattiva per l’imprenditoria. Ieri a Roma Roberto Gualtieri, Pd, si è insediato con un programma che ha per parole d’ordine inclusione e decentramento dei servizi, e va bene, ogni grande metropoli mondiale è decentrata e si dichiara inclusiva. Ma poco dice sugli investimenti e sui capitali da attrarre a Roma, a parte i finanziamenti del Recovery plan sui quali Gualtieri si considera, e magari è, la persona giusta per l’esperienza a Bruxelles e come ministro dell’Economia. Non basta però la sola capacità politica, serve quella imprenditoriale che ha fatto la fortuna di Beppe Sala, riconfermatissimo sindaco di sinistra di Milano. Infatti i fondi europei arriveranno ma vincolati a progetti che al momento appaiono vaghi (certo, figuriamoci con i fasti imperiali di Enrico Michetti).

Anche Roma è stata candidata dal governo Draghi all’Expo 2030 e Gualtieri ha chance di arrivarci se sarà confermato tra cinque anni. L’Expo di Dubai prevede 25 milioni di visitatori, sei milioni in più dei turisti e dei businessman giunti a Roma nel 2019. Per la capitale, che non è nata nel deserto, si aprono dunque spazi e gli investitori del lusso e dei brand globali lo hanno già capito da tempo con 15 futuri alberghi a 5 e più stelle programmati, e flagship store quale quello di Apple di fronte a Palazzo Chigi. Gualtieri dovrebbe puntare su tutto questo, oltre che sulla ovvia immediata pulizia della città. Ma poi più che pensare a tante Ama di quartiere, e immaginare che l’Atac resti a gestione comunale, sarebbe meglio affidarsi a chi ha capitali ed esperienze solidi, in Italia e in Europa; in fondo le frecce italiane ora corrono sui binari dell’alta velocità francese.

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