Al Consiglio europeo

Il doppio ceffone di Draghi a Salvini su Polexit e Quota 100

Redazione

"Chi sostiene questo governo deve considerare il percorso che ci ha portato nell’euro un grande successo", dice il presidente del Consiglio da Bruxelles 

“L’adesione della Lega a questo governo è stata decisa in maniera chiara”. È metà pomeriggio quando Mario Draghi, a margine del Consiglio europeo a Bruxelles, ricorda alla Lega l’impegno preso partecipando al suo governo, a dispetto dell’euroscetticismo, con cui il Carroccio flirta ancora. 

 

Proprio ieri i deputati del partito di via Bellerio all’Europarlamento, insieme con quelli di Fratelli d’Italia, hanno votato contro la risoluzione di condanna del tentativo del governo della Polonia d’imporre la primazia del proprio diritto nazionale su quella europea. Un tentativo contrario ai Trattati europei. 

 

Inoltre, è sempre di ieri la notizia della videochiamata tra Matteo Salvini e Marine Le Pen, presidente del Rassemblement National francese, "per costruire l'alleanza delle nazioni europee”, come sostiene l’ex candidata all’Eliseo.

 

 

Per raddrizzare il tiro a Salvini, Draghi ritorna ai giorni dello scorso febbraio in cui ottenne la fiducia in Parlamento: “In quell’occasione ho detto che chi sostiene questo governo deve considerare il percorso che ci ha portato nell’euro un grande successo e con esso tutti i momenti successivi, compresi quelli difficili”. E conclude: “Dobbiamo cercare di riparare le debolezze della costruzione europea, non distruggerla. E non credo che qualcuno lo voglia fare”. Nessuna spina antieuropeista nel fianco dell’esecutivo, quindi.

 

Anche sul versante economico, Draghi riserva una doccia fredda ai leghisti, grandi sostenitori delle misure pensionistiche varate durante la maggioranza gialloverde. Avverte senza mezzi termini: “Quota 100 non verrà rinnovata”. E sui miglioramenti da introdurre nella riforma, al vaglio in questi giorni, aggiunge: “Nel farlo, bisognerà essere graduali”. E aspettare la legge di Bilancio.

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