Editoriali
Ma Lega e Fratelli d'Italia non erano nazionalisti?
A Strasburgo leghisti e meloniani votano a favore della Polonia, ma contro l’Italia
Lega e Fratelli d’Italia oggi hanno votato contro la risoluzione con cui il Parlamento europeo ha condannato il tentativo del governo nazionalista polacco di minare il diritto dell’Ue e chiesto alla Commissione di bloccare i fondi comunitari destinati alla Polonia, compresi quelli del Recovery fund. La decisione di Lega e Fratelli d’Italia va contro l’interesse nazionale e rivela una certa pavidità sulle loro posizioni europee. È contro l’interesse dell’Italia, perché la sentenza con cui il Tribunale costituzionale polacco ha dichiarato il primato del diritto nazionale su quello europeo apre la strada ad abusi contro i cittadini e le imprese del nostro paese che sono presenti in Polonia. Il principio dell’indipendenza della giustizia, che l’Ue vuole far rispettare, mira a proteggere tutti dall’arbitrio dei governi nazionali, garantendo le stesse regole nei settori di competenza comunitaria. Se la giustizia non è indipendente in Polonia, chi difenderà i diritti di un’impresa italiana nel caso in cui il governo dovesse decidere un esproprio in violazione delle norme europee? Lega e Fratelli d’Italia vanno anche contro gli interessi dei contribuenti italiani, che come gli altri finanziano il bilancio comunitario: senza una giustizia indipendente in Polonia (e Ungheria), gli enormi aiuti dell’Ue rischiano di finire nelle tasche di clientele elettorali o responsabili corrotti. Ma il voto di Lega e Fratelli d’Italia rivela anche l’inconsistenza delle loro posizioni sull’Europa. Un tempo chiedevano l’uscita dall’euro e dall’Ue. Con gli effetti della Brexit sotto gli occhi di tutti – code alle stazioni di benzina, scaffali vuoti nei supermercati – l’uscita è diventata impopolare. Così, i “no euro” e i “no Ue” sono costretti a nascondersi dietro alla bandiera del nazionalismo giuridico polacco per cercare di mettere surrettiziamente in opera i loro vecchi progetti. Sciascia ci perdoni, ma sono degli euroquaquaraquà.
Isteria migratoria