Quote blu
A Torino il M5s si spacca sul ballottaggio: è partita la “guerra dei mariti”
La sindaca uscente Appendino, tendenza a destra, e la candidata Sganga, che guarda a sinistra, tacciono in vista del ballottaggio e mandano avanti i consorti per sostenere Lo Russo e Damilano. In gioco, la leadership del partito e il futuro della città
Se le mogli tacciono, parlano i consorti. Dopo le liti tra vertici e militanti, a Torino i cinque stelle si spaccano nella “guerra dei mariti”. Con Chiara Appendino in procinto di partorire e silenziosa sul sostegno al centro sinistra, a esprimersi sui social è Marco Lavatelli. Lo fa prima con un commento ambiguo su Facebook, sotto un post di un consigliere grillino in Sala Rossa, Andrea Russi, poi con un endorsement esplicito, dal suo profilo ufficiale. E non dà un aiuto al candidato dem Stefano Lo Russo. Anzi: “Ieri sera c’è stato un importante avvicinamento al lavoro fatto in questi cinque anni (da parte del candidato di centrodestra, Paolo Damilano, ndr). Dall’altra parte, invece, c’è un documento firmato da Pd e moderati che mette nero su bianco che non vogliono il nostro appoggio. Quindi, perché non accontentarli?” si chiede nel commento, usando lo pseudonimo (volutamente) poco accorto “Marcol Ava”.
Meno di ventiquattro ore dopo, l’ufficialità dal suo profilo reale: “Al ballottaggio voterò Paolo Damilano”. Quali le motivazioni? “È una candidatura innovativa, indipendente, civica. Paolo di mestiere fa l’imprenditore, non l’uomo di apparato e non risponde né dovrà rispondere ad alcuna corrente. Trovo molto positivo che il centrodestra a Torino si sia affidato a una figura centrista e moderata come la sua”, si legge. Tra le argomentazioni a sostegno del candidato di centrodestra (che Mr. Appendino precisa essere “a titolo assolutamente personale”), però, mancano i rancori del passato, quegli stessi rancori che impediscono alla sindaca uscente di appoggiare il centrosinistra. Lo Russo è infatti coautore dell’esposto che nel 2017 portò Appendino alla condanna in primo grado per falso in atto pubblico, quando era ancora capo dell’opposizione Pd in consiglio comunale.
L’altra donna della politica a cinque stelle, sotto la Mole, è Valentina Sganga, ferma al 9 per cento nel primo turno e dunque fuori dal ballottaggio. Se lei si è limitata a un “mai con la destra, soprattutto con questa destra”, è il consorte a calcare la mano in vista del secondo turno. Fabio Versaci, ex presidente del Consiglio comunale di Torino e compagno di Sganga, voterà Lo Russo (anche lui, precisa, a titolo personale). Lo fa sapere, come Lavatelli, con un post social, su Facebook. “Lo farò perché preferisco discutere con il centrosinistra che avere a che fare con un centrodestra che si accompagna a partiti come il Popolo della Famiglia e FdI”. E ancora: “Damilano è distante anni luce dagli sproloqui sui camerati dei suoi, lo sappiamo, ma quelle sono le persone con cui avrà a che fare se vincerà, non solo lui ma tutti noi”. Poi, la stoccata al “rivale”: “Non votare Lo Russo solo perché ci ha fatto una dura opposizione non credo abbia senso. Le scelte elettorali non possono essere dettate da sentimenti di rivalsa o di vendetta. Torino ha bisogno di una guida e tra le due opzioni dobbiamo scegliere la migliore, non possiamo accontentarci di uno schiaffo morale al centrosinistra lasciando la città nelle mani della peggiore destra di sempre”.
Le protagoniste torinesi della politica grillina, dunque, passano dal gelo alla guerra per procura. In gioco, il futuro della città e la tenuta di un partito già duramente colpito dall'insuccesso del primo turno.
Antifascismo per definizione