Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Vicenza

“Caro Salvini, al nord le imprese stanno con Draghi”. Parla la Confartigianato di Vicenza

Luca Roberto

Il presidente Gianluca Cavion: "Il premier parla la nostra stessa lingua. La Lega dei governatori seguendo Zaia ha già deciso da che parte stare. Sui vaccini no alle chiacchiere, sì al buon senso"

“La fortuna di noi imprenditori è aver trovato, in questo periodo storico così complicato, una persona che ci rappresenta. Parla la nostra stessa lingua, è pragmatico, e sta portando il paese su un binario di crescita con una visione che ci piace. Chi è? Ovvio, Mario Draghi. Altro che le uscite di Borghi”. Il segretario Matteo Salvini legga questa intervista. Le parole che usa Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Vicenza, la più grande associazione territoriale delle piccole e medie imprese, potrebbero tranquillamente andare a comporre un sussidiario illustrato dal titolo: “Come si parla agli imprenditori nel 2021”. E cioè dopo una pandemia che prima ha fiaccato l’economia italiana e poi l’ha fatta rimbalzare a livelli di crescita mai registrati prima. “Anche se in questo periodo stiamo lavorando tantissimo, chiediamo che la crescita sia duratura. Per questo vogliamo buon senso, concretezza, e basta con le chiacchiere”.

Spiega ancora Cavion che “per affrontare i soliti problemi di competitività che ci attardano rispetto a Francia e Germania abbiamo bisogno di mettere mano a due grosse zavorre: burocrazie e giustizia”. Dal suo osservatorio vicentino, 15 mila aziende associate per una forza lavoro di circa 70 mila persone, in una delle province più ricche d’Italia, quando parla di chiacchiere sembra alludere, con il suo eloquio inequivoco, a chi invece di calarsi nelle dinamiche del mondo produttivo continua a fare l’agit prop delle battaglie identitarie in questa stagione di governo di unità nazionale. Da cavalcare nonostante tutto il contesto attorno sia oramai poco adatto alle ricette fruste dell’epoca pre Covid.

Contro quello che va dicendo l’onorevole Borghi sui vaccini plaudo al buon senso che sta dimostrando il governatore Zaia, anche lui una sorta di Draghi a livello locale. E’ la dimostrazione che per noi imprenditori valgono più le risposte concrete che non ragionamenti di tipo nazionale. Quel che accomuna Draghi e Zaia è la conoscenza dei mondi produttivi, per cui entrambi riescono con poche parole a fare sintesi, invece di perdersi attorno a questioni divisive, più politiche, che non sono proprie di questa fase storica”. 

E però, facciamo notare, nella Lega, che sempre si è posta come vostro interlocutore privilegiato, convivono quasi sullo stesso piano un partito di buon governo e un altro che fa delle smargiassate istituzionali la propria cifra identitaria. Salvini dovrebbe forse rendere manifesto in maniera definitiva dove si posiziona il partito? “Ma credo che l’allineamento fra tutti i governatori, che hanno seguito l’esempio pragmatico di Zaia, sia già di per sé una risposta. Vuol dire che hanno fatto prevalere le ragioni della concretezza a discorsi più fumosi come la battaglia sul green pass. Se sono al governo non possono allo stesso tempo essere all’opposizione”. 

Nelle imprese artigiane, fatte di pochi dipendenti, sapete come si affronta la questione vaccini? Esatto, col solito atteggiamento pratico. Altro che denunce alle posture liberticide dello stato. “Per noi la campagna vaccinale pone un tema innanzitutto di sopravvivenza: se ci fermiamo anche soltanto qualche settimana a causa delle quarantene, a differenza delle imprese più grandi rischiamo di perdere lavori, con delle conseguenze irreversibili, in alcuni casi addirittura il fallimento”, analizza il presidente degli artigiani. “Io stesso, che lavoro con il pubblico, se ho uno stop rischio delle penali molto pesanti. Per questo dobbiamo cercare di vaccinare tutti, anche a costo di creare un fondo per i risarcimenti in caso di effetti collaterali comprovati. Sono a favore di un uso esteso del green pass e per l’obbligo vaccinale per le categorie più esposte al pubblico”. 

Cosa rischia chi vuole affrontare le sfide del paese con un distacco dalle logiche di chi fa impresa, va in fabbrica o in officina ogni giorno. In sostanza chi si perde nelle acque reflue del politicismo esasperato? “Lo abbiamo visto con il presidente del Consiglio che c’era prima. Quando finiva di parlare ci chiedevamo sempre: e allora, che succede adesso? Gli imprenditori fiutano subito chi li capisce o chi invece ha un atteggiamento ambiguo. In questo periodo non abbiamo più un partito di riferimento, come poteva accadere prima, ma ci ricorderemo di chi ha saputo darci delle risposte”. Messaggio più esplicito per il segretario della Lega non potrebbe esserci. “Basta chiacchiere. Ora solo fatti, come insegna Draghi”.