Governare il caos

Due buone notizie per l'Italia sui vaccini e un test cruciale per l'efficienza del governo: la scuola degli under 12

L'unico governo efficiente sarà quello che riuscirà a miscelare le nuove tre “t”: tracciamento, tamponi, tempestività nelle chiusure.

Claudio Cerasa

L'unico governo efficiente sarà quello che riuscirà a miscelare le nuove tre “t”: tracciamento, tamponi, tempestività nelle chiusure

Il caos c’è, è inutile negarlo, e osservando quello che succede in giro per il mondo è naturale avere qualche istante di sconforto nel vedere alcuni paesi all’avanguardia nella lotta contro la pandemia attraversare momenti di difficoltà. Difficoltà come quelle dell’Australia, dove i lockdown sono tornati di moda. Difficoltà come quelle di Israele, dove le autorità sanitarie non escludono nuovi lockdown a settembre. Difficoltà come quelle del Regno Unito, dove nell’ultima settimana il numero di morti per Covid-19 ha superato quota cento per tre volte. Difficoltà come quelle degli Stati Uniti, dove il numero dei non vaccinati continua a essere da mesi superiore al 40 per cento degli americani. Il caos c’è, è inutile negarlo, ed è inutile negare che se si paragonano i dati dei contagi di oggi con quelli di un anno fa un qualche senso di preoccupazione esiste (i morti registrati ieri sono stati 60, mentre un anno fa i morti registrati per Covid furono 4).

Eppure, se si vuole provare a osservare la realtà per quello che è e non per quello che appare occorre mettere da parte l’emotività. Occorre concentrarsi sui dati, sui numeri, sui fatti. E occorre concentrarsi sui nostri punti di forza per provare a mettere a fuoco quali possono essere in prospettiva futura anche i nostri punti di debolezza. E se si ha la pazienza di unire alcuni puntini, le ragioni per essere ottimisti sui prossimi mesi, nonostante la morsa della pandemia, ci sono eccome. La prima ragione ha a che fare con i vaccini (tre giorni fa l’Istituto superiore di sanità ha certificato che è del 97,16 per cento l’efficacia vaccinale contro i decessi tra chi è stato immunizzato con due dosi) e nonostante la presenza di numerosi leader politici desiderosi di rappresentare gli elettori no vax, la verità è che gli italiani scettici sui vaccini sono ogni giorno un po’ di meno. E l’idea, come ha annunciato ieri il generale  Figliuolo, che entro settembre sarà raggiunto l’obiettivo di aver vaccinato l’80 per cento degli italiani vaccinabili dovrebbe mettere di buon umore (al momento gli over 12 che hanno ricevuto almeno una dose sono il 78,1 per cento, la regione in cui ci sono meno vaccinati, la Sicilia con il 70 per cento, è anche quella che da giorni registra il numero più alto di contagi: ieri un quinto dei contagiati d’Italia è stato registrato proprio sull’isola).

La seconda ragione riguarda un altro dato importante che merita di essere valorizzato: nonostante l’irresponsabilità manifestata in questi giorni dai sindacati, il green pass (che l’Italia ha adottato dopo la Francia ma prima della Germania) sarà obbligatorio per insegnare a scuola e persino il Tar ieri non ha trovato nulla da ridire sul fatto che dopo cinque giorni senza green pass possa essere sospeso il personale scolastico irresponsabile (i non vaccinati, a scuola, sono appena il 12,8 per cento del totale). Le ragioni per essere fiduciosi sul futuro dunque ci sono, e non sono ragioni da poco, ma la fiducia sul futuro sarebbe certamente maggiore se il governo e le autorità sanitarie, oltre a rendere il green pass obbligatorio per ogni attività al chiuso, prendessero sul serio un paper importante pubblicato ieri in Francia dall’Institut économique Molinari che ha messo in guardia il governo francese su un punto in particolare: “Dobbiamo smettere di presentare la vaccinazione come la soluzione che può sostituire tutte le altre misure per combattere il Covid-19: le esperienze dei paesi stranieri, in questa fase, ci dicono che purtroppo il vaccino da solo non ferma l’epidemia”.

Il messaggio è chiaro. Invitare la popolazione a vaccinarsi è necessario ma non è sufficiente. E fino a quando il virus continuerà a circolare (la strada è molto lunga) l’unico governo efficiente sarà quello che riuscirà a miscelare le nuove tre “t”: tracciamento, tamponi, tempestività nelle chiusure. E il primo test per il governo italiano, su questo fronte sarà certamente quello che succederà a metà settembre nelle scuole italiane, specie in quelle dove i bambini non si sono potuti vaccinare e dove sarà difficile per i genitori accettare che le lancette della scuola possano essere rimaste ferme a un anno fa. 

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.