Mara Carfagna (Ansa)

La lettera

La destra che difende la libertà è una e dice sì al green pass

Mara Carfagna

L’applauso della tribù No vax e No pass che alcuni esponenti del Centrodestra, domani, cercheranno in piazza è un’ovvia sconfessione di quel che fanno gli altri, quelli in Parlamento o al governo. Ci scrive il ministro per il Sud

Al direttore - Le manifestazioni contro il Green Pass indette per domani a Roma e in altre città italiane, con l’annunciata partecipazione di alcuni volti noti del Centrodestra, obbligano a una riflessione sull’idea di libertà, cardine della proposta politica dell’area moderata in Italia. Dico “obbliga” perché il principio di libertà, nel nostro campo, dà forma a tutto il resto: quando parliamo di scuola, tasse, sviluppo, sanità, o di qualsiasi altro spazio di intervento del pubblico, la nostra proposta discende comunque da quella sorgente originaria e ad essa fa riferimento. Chiarirsi le idee in proposito diventa urgente quando la nostra “parola magica” viene strapazzata e finisce addirittura in mezzo a una contesa di piazza.

 

L’idea di libertà che coltiva chi aderisce alla protesta si fonda sul mancato riconoscimento di una delle principali prerogative dello Stato moderno: operare per il bene collettivo indicando, quando è necessario, limiti all’azione individuale. I contestatori del Green Pass fanno riferimento a un tipo di libertà premoderna, manzoniana: ciascuno per sè, e chi avrà sfortuna, chi sarà punito dalla malasorte del virus, sarà avviato silenziosamente al lazzaretto.

 

Ma una destra o un centrodestra dell’anno 2021, forze che si candidano a governare una delle principali nazioni europee, possono indulgere in questo tipo di suggestione? Possono ammiccare all’idea che “libertà”, per loro, significhi anche questo? Io credo di no. Quel tipo di protesta va lasciata ad altri, rassegnandosi all’idea di sacrificare qualche consenso alla credibilità indispensabile per guidare un grande Paese occidentale. Di più: quell’idea premoderna di libertà è impossibile da associare alle altre due parole cardine della destra, legge e ordine, che sono poi quelle ben presenti alla maggioranza dei nostri elettori e che la pandemia ha fortemente rilanciato come presidio di protezione individuale e collettiva.

 

La “nostra” libertà è quella che protegge il cittadino con le certezze dello Stato di diritto, che lo cura quando si ammala, che investe ingenti risorse per non farlo ammalare, che lo ristora quando una catastrofe azzera i suoi affari, che gli offre incentivi per ricominciare, che salvaguarda in ogni modo servizi essenziali come la scuola: qualcosa di molto diverso dalla libertà di virus e di lazzaretto.

 

Fra l’altro, “la legge” in questo momento è frutto anche delle nostre indicazioni: il centrodestra sostiene l’esecutivo, partecipa alle sue decisioni, è voce ascoltata a Palazzo Chigi, ha contribuito a dettare le disposizioni sulla lotta alla pandemia, sulle vaccinazioni, sulla tutela degli esercizi pubblici e dei servizi da nuove chiusure. L’immaginabile applauso della tribù No-Vax e No-Pass che alcuni esponenti del Centrodestra, domani, cercheranno in piazza è un’ovvia sconfessione di quel che fanno gli altri, quelli in Parlamento o al governo. E tutto questo rischia di apparire agli elettori, e a chiunque ci guardi in Italia o all’estero, più che libero, liberale, libertario, assai contraddittorio e confusionario.

 

Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale