Il centrosinistra trova un'altra candidata in Calabria: è Amalia Bruni

Valerio Valentini

Sul nome neuroscienziata c'è l'accordo di Pd, Leu e M5s. Ma tra i grillini non mancano i malumori: la riunione finale si trasforma in una mezza zuffa. Dopo Irto e la Ventura, per il fronte progressista sembra essere buona la terza

Manca solo la comunicazione ufficiale, ma l'accordo ormai c'è: sarà Amalia Bruni la candidata del centrosinistra alle prossime regionali calabresi. Francesco Boccia l'ha comunicato ai maggiorenti locali del Pd in una riunione che s'è tenuta nel pomeriggio, annunciando che sul nome della scienziata catanzarese, nata a Girifalco 66 anni fa, è stata definita l'intesa con Leu e col M5s, nonostante i malumori in corso nel mondo grillino. Ma, salvo ripensamenti che a questo punto avrebbero del clamoroso, l'investitura formale avverrà al termine di un incontro coi vertici dei partiti della coalizione tuttora in corso.

Termina così la tribolazione del fronte progressista, che in Calabria nelle ultime settimane s'è ritrovato in preda alle convulsioni intorno alla scelta della persona che a ottobre dovrà sfidare il forzista Roberto Occhiuto, che corre in ticket col leghista Nino Spirlì. Prima sembra Nicola Irto, l'indiziato. Poi l'esponente riformista del Pd, considerato troppo tiepido sull'ipotesi dell'alleanza col M5s, era stato sacrificato sull'asse del demogrillismo. E si era così finiti, dopo una ricerca non priva di zuffe interne, sull'imprenditrice Maria Antonietta Ventura, benedetta da un'investitura congiunta da parte di  Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza. A fermarla, però, era arrivata un'interdittiva antimafia che, con tempismo perfetto, aveva riguardato una delle aziende di famiglia. "Faccio un passo di lato", aveva allora detto la presidente regionale dell'Unicef. 

 

Stimata scienziata a livello nazionale, personalità al di fuori della politica, la Bruni è dunque la scelta su cui si cerca ora l'estrema mediazione nel centrosinistra. Che, con la neuroscienziata già collaboratrice di Rita Levi Montalcini, prova a ripartire dal settore che più di tutti esprime il travaglio della regione: e cioè quella sanità che anche nella fase più complicata della lotta al Covid ha vissuto la grottesca ricerca di un commissario. La Bruni, oltre che per essere la direttrice del centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, è conosciuta in regione attraverso la rete della "Comunità competente", rete di associazionismo attiva proprio intorno ai problemi della sanità. Non basterà, però, stando a quanto trapela, a far desistere Luigi De Magistris dalla corsa in solitaria: l'ex sindaco di Napoli ha già fatto sapere che, anche qualora la candidatura della Bruni divenisse ufficiale, la sua campagna elettorale continuerebbe come se nulla fosse. 

 

Sempre che, peraltro, non ci si metta il M5s a ostacolare la discesa in campo della scienziata. Il direttivo regionale del Movimento s'è riunito nel pomeriggio per una riunione via Zoom che è durata tre ore e s'è trasformata in un mezzo processo a Riccardo Tucci e Carmelo Misiti, ritenuti colpevoli da una parte dei loro colleghi di aver gestito la trattativa all'insaputa degli altri coordinatori regionali. Baruffe però legate più al metodo adottato e alla "scarsa condivisione di notizie", che non alla qualità del nome espresso. E dunque, superati gli ultimi dissidi, sembra arrivato davvero il turno della Bruni. 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.