Capolavoro Pd

Non è solo Calabria. Colpire Irto, indebolire Letta. Dopo Roma è ancora figuraccia

Dal partito filtra la notizia che Enzo Ciconte sia nuovo candidato. Letta: "Avanti con Irto"

Carmelo Caruso

Ritiri e smentite. Il caos. Filtra la notizia che Enzo Ciconte sia il candidato di Letta. Il segretario smentisce. Ciconte conferma i contatti. Sandro Ruotolo amico di De Magistris applaude. Sabotaggio amico

Roma. E’ così che il Pd vuole aiutare Enrico Letta? Per la serie “piovono  ancora capolavori”. In Calabria le ultime erano queste: il candidato Nicola Irto si era ritirato. Il segretario del Pd stava lavorando per fargli cambiare idea. Il Pd calabrese chiedeva a Irto di ripensarci. Era previsto (oggi) l’arrivo a Reggio Calabria di Francesco Boccia, il delegato dem che si occupa di elezioni amministrative. Cosa accade nel frattempo? Accade che, a mezzanotte del 2 giugno, il più importante quotidiano italiano annuncia: “Letta sceglie Enzo Ciconte dopo il ritiro di Irto”. Non è vero niente. O almeno c’è una parte del Pd che vorrebbe Ciconte, ma Letta non gli ha offerto (ancora) la candidatura. E’ costretto infatti a smentire la notizia. Qualcuno ha cercato Ciconte? Sì. Lo ha confermato questo ex parlamentare comunista, esperto di dinamiche mafiose, e non c’è motivo di non credergli. E’ una persona rispettabilissima e dice perfino che sarebbe pronto a candidarsi “ma ci deve essere unanimità”. Una sola domanda: chi ha cercato Ciconte lo ha fatto per conto di tutto il Pd o è un’idea di una parte del Pd? Non è dunque abbastanza chiaro? La notizia, falsa, è uscita dal partito. Nel partito lo sanno tutti anche se lo dicono all’orecchio. Perché farlo? Per lanciare Ciconte che potrebbe realizzare il famigerato “campo largo”, per danneggiare Irto che è ancora il candidato preferito di Letta e per fare male a Letta. C’è un tentativo in corso che parte dalla Calabria ma che si è già sperimentato a Roma. Ha come obiettivo il caos, logorare il segretario per poter alla fine dire: “Vedete,  un fallimento pure lui”.


Letta ha sempre pensato: “In Calabria dobbiamo vincere e ci serve allearci con il M5s e con quella sinistra affine al Pd”. Ma la sua idea era che questo progetto dovesse provare a realizzarlo Irto. Chi tira fuori il nome di Ciconte? Lo fa quel Pd che ha un riferimento in Giuseppe Provenzano. Ed è un buon nome, per carità. Ma se ancora si lavora per far rientrare la candidatura di Irto ha senso chiamare in causa Ciconte? Evidentemente mentre Letta lavorava su Irto, l’altro Pd lavorava su Ciconte. E’ il Pd dei “campilarghisti”. Chi è stato ieri il primo a congratularsi per questo nome? Sandro Ruotolo, oggi senatore Pd, ma grande compagno di inchieste di Luigi De Magistris, il carovaniere infiamma popolo che lascia Napoli e si candida in Calabria.

 

Ecco come si arriva a Ciconte. Uno come lui si crede possa essere giusto per unire 5s, Sardine, Leu, De Magistris. In questo elenco manca il Pd calabrese, ma quello forse si ritiene un dettaglio. Dice Pina Picierno, l’europarlamentare Pd, la più severa contro questo “capolavoro Calabria”, che “va bene il campo largo, ma non si possono inseguire i fantasmi. In Calabria chi sono i 5s, chi stiamo attendendo? Si può calpestare la volontà del Pd calabrese che ha già scelto il candidato, quello che preferisce il nostro segretario?”. Quando Letta ha saputo che qualcuno si è appropriato in maniera indebita della sua volontà avrebbe solo detto: “Questo modo di procedere ci fa male”. Colpire Irto, indebolire Letta. E’ il Pd. Volersi bene mai.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio