La terza via di Conte per prendere il controllo del M5s

Luciano Capone

Nella sfida con Grillo, i contiani stanno valutando due ipotesi: scissione o sfiducia del Garante. Ma c’è un’altra strada possibile: partecipare al voto, conquistare il Comitato direttivo e poi far approvare lo statuto scritto dall'ex premier

Beppe Grillo pretende che si elegga il Comitato direttivo su Rousseau; Vito Crimi si ribella al Garante indicendo sì l’elezione, ma su SkyVote; Giuseppe Conte sfida Grillo chiedendo di mettere ai voti lo statuto ignoto che ha scritto per se stesso; Alessandro Di Battista vuole che gli iscritti votino per l’uscita del M5s dal governo Draghi. Mai come ora è chiaro che nella democrazia diretta non conta tanto chi risponde, ma chi ha il potere di imporre le domande.

 

Parafrasando Carl Schmitt, si potrebbe quasi dire che nel M5s è sovrano chi decide i quesiti. E su questo punto, è evidente che le carte migliori le abbia Beppe Grillo (d’altronde il motivo della rottura con Conte è proprio il nuovo statuto con cui l’avvocato voleva sottrarre questi poteri di ultima istanza saldamente in mano a Grillo). Secondo lo statuto in vigore è Grillo che decide cosa mettere ai voti. All’art. 4 c’è scritto che “la consultazione in Rete degli iscritti... è indetta dal Comitato Direttivo ovvero, in sua assenza od inerzia, dal Garante”. Non a caso, dopo che Grillo ha comunicato l’intenzione di far eleggere il Comitato direttivo (anziché lo statuto di Conte) il contiano Vito Crimi, che fa le veci dell’organo che deve essere eletto, ha obtorto collo avviato la procedura di votazione.

 

Il tentativo di Conte di sfidare Grillo sul suo terreno, quello della “democrazia diretta” con un referendum sul suo statuto, sembra così infrangersi contro il muro di gomma dei poteri del Garante. Di fronte a questo scenario, la fazione contiana si trova di fronte a un bivio. La prima strada, quella più probabile, è la scissione: dato che il controllo del “padre padrone” non lascia spazio per un confronto democratico nel partito della “democrazia diretta”, Conte fonda un nuovo partito che ha come statuto quello che avrebbe voluto proporre agli iscritti del M5s e in questo modo cerca di svuotare il movimento di parlamentari, militanti ed elettori. L’altra strada, paventata sui giornali, è quella di sfiduciare Grillo. Secondo lo statuto il Comitato di Garanzia – composto dai contiani Crimi, Lombardi e Cancelleri – può deliberare la revoca del Garante che deve essere poi ratificata in una consultazione, purché alla votazione partecipi la maggioranza assoluta degli iscritti. Se i voti favorevoli sono maggioritari e si supera il quorum decade Grillo, altrimenti decade il Comitato di Garanzia che lo ha sfiduciato. Si tratterebbe di tentare il parricidio, un’operazione molto divisiva dal punto di vista umano e anche simbolico, e per questo difficile da intraprendere.

 

Tra la scissione e la revoca del Garante i contiani hanno però una terza via, in linea con le indicazioni date da Grillo, per conquistare il controllo del M5s dall’interno. E’ un percorso un po’ più lungo, ma meno lacerante delle alternative. I contiani potrebbero partecipare all’elezione del Comitato direttivo chiesta da Grillo e, una volta divenuti membri maggioritari, potrebbero – secondo quanto prevede lo statuto in vigore – convocare l’Assemblea per approvare lo statuto scritto da Conte che Grillo non ha voluto mettere ai voti. Sarebbe, come detto, una strada più tortuosa ma che avrebbe il pregio di preservare l’unità del M5s senza deporre platealmente Grillo. L’indizione dell’elezione del Comitato direttivo da parte di Crimi è un primo passo in questa direzione.

 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali