"Effetto Gualtieri" per la destra a MIlano

Marianna Rizzini

Lupi, Salvini, Albertini. L'empasse sul nome del candidato sindaco 

E’ passata un’altra settimana dalla promessa dei leader del centrodestra di risolvere la questione “candidato sindaco di Milano” e ancora si brancola, tanto più che non si presenta più colui che pareva nome quasi certo per la gara, e cioè Oscar di Montigny, dirigente di Banca Mediolanun e genero di Ennio Doris. Un quasi-candidato che sognava “la rivoluzione della gratitudine”. Motivo della non discesa in campo: non ci sono i presupposti, è la versione ufficiale. Matteo Salvini era convinto, Silvio Berlusconi meno, è la versione ufficiosa. E intanto Salvini, dopo mesi in cui il centrodestra ha provato a convincere invano l’ex sindaco Gabriele Albertini (disponibile a un ticket ma con riserva), insiste sul profilo civico: “Sono onorato delle stima e della fiducia che tanti milanesi hanno in me”, ha detto Salvini, “la ripagherò offrendo in tempi rapidi non solo un sindaco ma una squadra vincente per la città, in grado di rilanciare nel nome dell’innovazione, dell’efficienza, del lavoro, della sicurezza e della bellezza una delle città più dinamiche del mondo, frenata ormai da troppi mesi da continui litigi, rinvii e ritardi di una sinistra che ha perso idee, voglia e sprinta propulsiva”.

 

La squadra: sono le parole echeggiate a lungo a Roma, prima dell’investitura di Enrico Michetti. E anche ieri dalla Lega, a Milano, si assicurava che la soluzione è a portata di mano. Sarà, ma intanto sullo sfondo continua ad aleggiare il nome politico dell’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, dato più volte per papabile ma con la postilla “manca l’ok della Lega”. E insomma il caso Lupi, se il centrodestra continua a trascinarsi di vertice in vertice senza decidere, rischia di diventare un po’ un caso Gualtieri, traslato nel centrodestra e al Nord: un ex ministro tenuto in panchina, come “riserva” per quanto illustre, infine lanciato per così dire nell’arena. Le parole dell’ex candidato ufficioso di Montigny, intanto, illuminano l’empasse: “Dopo un po’ di tempo in cui ho chiesto di poter avere un confronto con i leader della coalizione, questo confronto non è avvenuto. Il tempo secondo me è maturato”. Quanto altro dovrà passarne, prima che la destra a Milano abbia il suo candidato? Da Forza Italia dicono: “Siamo all’ultimo giro di confronto, pochissimo”. 
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.