malamovida

A Milano la sinistra Ztl si allea con la Lega per chiudere i rumorosi dehor. Sala è sconcertato

Daniele Bonecchi

La gauche caviar di Milano fa comunella col Carroccio. Approvano un ordine del giorno contro bar e ristoranti e tavolini all’aperto per stoppare la fastidiosa movida

La gauche caviar di Milano, ribattezzata in epoca di populismo automobilistico “sinistra Ztl” alla fine si è contaminata, non è più la torre d’avorio di una volta. Succede che al Municipio 1 – quello del centro storico, appunto – dove i consiglieri del Pd hanno fatto comunella con quelli della Lega (oddio, la Lega nel centro storico! Una volta sarebbe sembrato peggio dei topi in soffitta) e hanno approvato un ordine del giorno contro bar e ristoranti e tavolini all’aperto per stoppare la fastidiosa movida. Proprio così.

 

E’ un anno e mezzo che piangiamo per le restrizioni, sono poche settimane che possiamo bere qualcosa ai tavolini, tra poco toglieremo pure le mascherine e tornare ai ristoranti che non sono falliti, ma loro invece niente: ai progressisti della Cerchia tutto questo (che sarebbe poi la vita: istruzioni per l’uso) dà già troppo fastidio. Come gli ambulanti ai semafori. Prima di tutto, i consiglieri dell’inedito accordo Ztl  chiedono al Comune di ripristinare il coprifuoco per i dehor alle 23.30 (00.30 il venerdì e il sabato). Ma come? Non siamo appena scampati al coprifuoco? Inoltre alle 21.30 vogliono lo stop all’alcol d’asporto (neanche il tempo di uno spritz, peggio che in collegio).

 

Colpo d’ariete finale: fine dell’esenzione della tassa di occupazione del suolo pubblico e stop ai tavolini sul verde urbano (che a parte l’isola felice di piazza Borromeo, la location di successo del momento, calpestato non se n’è visto tanto). Se non è una dichiarazione di guerra, e più che ai “giovani” nottambuli proprio agli esercenti, poco ci manca.

 

Ma gli esercenti escono da una Waterloo durata quasi due anni e, per evitare che le vetrine spente si moltiplichino (sono già quasi 600 i negozi chiusi), contano sulla disponibilità del Comune (che ha temporaneamente ridotto le gabelle) e anche sulla solidarietà dei cittadini: disposti a sopportare qualche slalom in più sui marciapiede. Sembrerebbe una cosa civile, civica, persino di sinistra.

 

Eppure niente, al Municipio 1 della Ztl caviar proprio non va bene. Tanto che il sindaco Beppe Sala, chiamato in causa, ha allargato le braccia e ha commentato: "Questo è un anno particolare in cui c’è bisogno di lavorare. E’ chiaro che non immagino in condizioni normali una diffusione così larga degli spazi all’aperto, ma quest’anno va un po’ così, ne dobbiamo tener conto, i locali e le discoteche sono chiusi e i ragazzi da una parte o dall’altra in giro stanno. Io capisco il fatto che in alcune vie sia difficile ma chiedo un po’ a tutti tolleranza, non dev’essere questa la regola dell’estate”.

 

In corso Garibaldi 104, zona Moscova, un condominio in armi è riuscito a farsi dare ragione dal Tar e così è già scattato lo stop all’alcol da asporto dalle dieci di sera e ai dehor dei locali da mezzanotte. Il tono della delibera del Tar è ultimativo: “La sentenza 2054/2020 ha evidenziato, in dipendenza del contenuto delle relazioni tecniche depositate da Arpa, l’esistenza di una connessione tra il superamento dei limiti acustici e la vendita di bevande, anche per asporto, in orario notturno”.

 

“Poco male”, hanno replicato gli habitué di corso Garibaldi, “ci sposteremo 50 metri più in giù”. Molti esercenti sono convinti che la protesta della gauche caviar contaminata sarà un fuoco di paglia: “Tanto presto saranno tutti in Engadina o al Forte”, sussurra un ristoratore. Da impeccabili bourgeois bohémien, pronti a riprendere la lotta al termine delle vacanze estive, direbbe David Brooks.

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