EDITORIALI

Più Leonardi, meno Provenzano

Redazione

La lotta del Pd contro il pragmatismo di  Chigi è degna dell’agenda Tafazzi

Giuseppe Luciano Calogero Provenzano nato a San Cataldo provincia di Caltanissetta nel 1982, con dottorato in Giurisprudenza ottenuto alla prestigiosa Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, esperto di Mezzogiorno e già vicedirettore dello Svimez, si considera per molti versi un liberal ma, a differenza di Francesco Giavazzi, non ritiene affatto che il liberismo sia di sinistra. Tutto il contrario.

 

Della sua intemerata contro Carlo Stagnaro e Riccardo Puglisi considerati due liberisti duri e puri, e ciononostante membri della task force del Dipe a supporto tecnico all’attività di impulso e coordinamento del presidente del Consiglio dei ministri in materia economico-finanziaria, il Foglio si è già occupato ieri e non ci sarebbe molto da aggiungere. Se non chiedersi chi sia il vero obiettivo, il bersaglio grosso. Provenzano è il vicesegretario del Pd scelto da Enrico Letta. Dunque, parla per sé, ma anche urbi et orbi. A sovrintendere il lavoro di valutazione su investimenti e riforme è Marco Leonardi, professore ordinario di Economia politica alla Statale di Milano, già collaboratore del viceministro dell’Economia Enrico Morando nel governo Renzi, poi consigliere di Gentiloni e di Gualtieri. Un riformista vero.

 

Tuttavia non può essere il serissimo e fidatissimo professor Leonardi l’obiettivo principale. L’obiettivo è combattere contro una formula geniale inventata tempo fa da Francesco Giavazzi insieme con Alberto Alesina: la possibilità che il liberismo possa essere di sinistra. Ciò che il Pd sembra voler combattere oggi, attraverso il caso Leonardi, è la prospettiva che su alcune partite importanti possa pesare, a Palazzo Chigi, una visione del mondo diversa da quella dello Svimez (a partire dal caso Mps). Un partito progressista con la testa sulle spalle una linea economica post keynesiana e post-liberista, come è la linea economica pragmatica incarnata dal presidente del Consiglio, piuttosto che ostacolarla dovrebbe sposarla. Più Leonardi, meno Provenzano.