I 414 migranti a bordo della Sea Eye 4 sbarcano a Pozzallo (foto Ansa)

"Prendeteli voi"

Le quote dei migranti non piacciono nemmeno alle regioni

Luca Gambardella

Fedriga attacca Lamorgese, che voleva redistribuire gli sbarcati. Fra Covid e imposizioni dall'alto i comuni del nord insorgono. "La soluzione sarebbero gli Sprar", dice l'Anci

Massimiliano Fedriga accusa il ministro Luciana Lamorgese di riversare sui territori gli oneri dell'accoglienza dei migranti. Dopo i malumori espressi due giorni fa da alcuni deputati del nord, ora anche il presidente della Conferenza stato-regioni annuncia una dura opposizione al governo. La fronda leghista definisce un'imposizione dall'alto la redistribuzione dei migranti lungo la direttiva sud-nord, perché realizzata senza consultare gli enti locali e per di più in tempi di pandemia. Dalla Sicilia invece il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, dopo avere accolto sulla banchina del porto 414 migranti – di cui 150 minori - sbarcati dalla nave umanitaria Sea Eye 4, lancia un appello affinché tutti, Europa compresa, si assumano le proprie responsabilità. Ammatuna lamenta il cinismo delle regioni del nord, ma anche quello di Nello Musumeci, governatore della Sicilia. “Non ho avuto, pur essendo il sindaco di una città che si è da sempre spesa per l'accoglienza, la possibilità di avere un'interlocuzione con il governatore siciliano sul tema dell'accoglienza”, dice il primo cittadino di Pozzallo. Come chiedere all'Europa di accogliere quote di migranti se per primi sono gli enti locali del nostro paese che decidono di voltarsi dall'altra parte, si chiede Ammatuna. Una chiusura che a suo avviso ha un chiaro colore politico, quello del centrodestra: “In Italia sono i loro governatori che si rifiutano di avviare una politica di redistribuzione e non basta l'impegno del ministro Lamorgese per creare una cabina di regia, deve essere il presidente Draghi che deve mettere fra le priorità dell'agenda politica del suo governo il problema immigrazione”. Oggi il presidente del Consiglio ha ottenuto che l'immigrazione finisse fra gli argomenti di discussione al vertice europeo di lunedì a Bruxelles, ma solo durante la cena di lavoro e non è chiaro se il tema finirà fra le conclusioni del summit.

 

 

 

Eppure, ci dice Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato dell'Anci per l'immigrazione, il silenzio degli altri stati europei davanti alle richieste di solidarietà italiane non può essere paragonato, all'interno dei nostri confini, ai dissidi fra regioni e governo. “Quella di Ammatuna mi sembra una lettura forzata”, spiega al Foglio. “L'Europa deve fare la sua parte indipendentemente da come si organizza l'Italia al suo interno”. Visto il triplicarsi degli sbarchi in questi primi 5 mesi scarsi del 2021, è stato lo stesso ministro Lamorgese a tirare in ballo gli enti locali chiedendo la partecipazione di tutti per redistribuire una parte degli migranti. Ma sgravando le città di approdo del sud, ecco che sono arrivati i malumori degli esponenti del nord. “Porteremo il caso alla Conferenza stato-regioni. È inaccettabile prendere una scelta del genere senza consultarci”, ha dichiarato Fedriga. “Incontrerò l'Anci”, aveva assicurato Lamorgese due giorni fa. “Ci siamo già visti un paio di volte recentemente”, ammette Biffoni, che spezza una lancia a favore del governatore del Friuli Venezia Giulia. “Anche il suo sia un territorio di confine, visti gli arrivi la rotta balcanica, e capisco le sue preoccupazioni. Ogni intervento di redistribuzione dei migranti dovrebbe essere modulato in modo differenziato a seconda delle realtà locali”, continua il sindaco di Prato.

 

 

Nel 2016, le decisioni imposte dalle prefetture innescarono la rabbia di diverse comunità locali. Era successo anche a Goro e Gorino, in provincia di Ferrara, dove i cittadini organizzarono barricate e fiaccolate dopo l'invio deciso da Roma di un gruppetto di 12 migranti. Oggi invece c'è Fabrizio Ricca, assessore regionale piemontese alla Sicurezza: “Il Piemonte ha già dato abbondantemente in questi anni, ora dobbiamo pensare ai piemontesi che devono essere vaccinati”, ha risposto a chi gli chiedeva della cinquantina di migranti che sarebbero diretti verso la sua regione. Ma se la decisione presa dall'alto non piace, alcuni enti locali hanno dimostrato anche di non gradire quella dal basso, cioè concordata tramite gli Sprar. In origine fu proprio Fedriga a contestare il sistema di accoglienza basato sulla solidarietà fra gli enti locali: “Più ne chiudiamo meglio è”, aveva detto nel 2018 riferendosi proprio agli Sprar.Dopo l'input di Minniti il progetto di accoglienza diffusa è stato affossato dal governo gialloverde con il primo decreto sicurezza. Poi, con il Conte 2, è arrivata la parziale revisione. Potrebbe essere questa la soluzione? “E' il sistema che a mio avviso ha funzionato meglio. Piccoli numeri, spalmati sul territorio – conclude Biffoni – Potrebbe essere questo il momento giusto per rilanciarlo. Ma la scelta, al solito è brutalmente politica”.

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.