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editoriali

Cacciare Parisi val bene più di una messa

Redazione

Rimuovere il disastroso capo dell’Anpal era doveroso eppure pare un miracolo

Il governo Draghi ha diviso ciò che Dio ha unito. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando è intenzionato a commissariare l’Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, e a mandare a casa il suo presidente Mimmo Parisi. Nel prossimo decreto Sostegni bis verrà inserita una norma che farà decadere la governance e riporterà l’agenzia sotto la diretta gestione del ministero.

 

Mimmo Parisi, professore venuto dal Mississippi, per abolire dopo la povertà, sempre attraverso il Reddito di cittadinanza, anche la disoccupazione grazie a un esercito di navigator che con una app avrebbero dovuto far incrociare domanda e offerta di lavoro è una creazione di Luigi Di Maio, all’epoca vicepremier e bisministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Ma forse c’è stato lo zampino di qualcuno ancora più potente: “E’ stato un atto di Dio: lui ha voluto che ci incontrassimo per portare avanti questo progetto importante”, così Parisi spiegò la genesi del suo incontro con Di Maio. I navigator come disegno divino. E in effetti, a lungo è parso che Parisi avesse protezioni veramente in alto. Nonostante la sua gestione disastrosa dell’Anpal, nonostante questo famoso software con la app non sia mai arrivato, nonostante l’inesistenza di politiche attive del lavoro, nonostante l’impatto praticamente nullo dei navigator sull’occupazione, nonostante il fallimento della “fase 2” del Reddito di cittadinanza, nonostante un’incompatibilità a causa di un doppio lavoro con l’Università del Mississippi, nonostante la prolungata permanenza in America anziché a Roma, nonostante le spese folli per voli in business class oggetto di un’inchiesta della Corte dei conti, nonostante bilanci approvati in maniera poco chiara, i governi Conte hanno sempre difeso Parisi. Sembrava che per mandarlo via servisse un miracolo. Ora ne serve uno più grande: creare davvero delle politiche attive, indispensabili per ricollocare i lavoratori dopo la crisi.   

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