La storia

De Luca o Houdini? L'ultima? Vuole eliminare la prova finale del suo corso-concorso

Promette a 3000 campani che entreranno nella Pa. In realtà erano solo tirocinanti

Carmelo Caruso

Si inventa un corso concorso di dieci mesi. Fa passare l'idea che sia un'assunzione nella Pa. E invece serve un esame finale. Cosa vuole fare adesso? Eliminare la prova d'esame. Brunetta gli dice no

Roma. Si decida come procedere, ma si decida. Di fronte a Vincenzo De Luca le possibilità sono due: o inseguirlo per tentata eversione della logica o premiarlo malandrino di gran croce. O gli si impedisce di fare della Campania il suo paese acchiappa (poveri) citrulli o si indichi al mondo come ultimo genio rimasto: premio sfogliatella d’oro. Si dirà, lo conosciamo. Errore. Il talento sta in questo. La capacità di superarsi. Sapete adesso cosa si è messo in testa? Vuole eliminare da un concorso pubblico la prova finale.

 

E’ come ottenere la patente di guida senza sostenere la prova in auto, consegnare il diploma di maturità senza la notte prima degli esami, fare il parlamentare aggirando le elezioni. La storia prima di tutto. Cosa ci può essere di più ambito in questi tempi malandati? Cosa ci può essere, in Campania, di più sicuro della sicurezza di un posto fisso al comune? 10 luglio 2019. Come solo lui sa fare ecco l’annuncio sensazionale: “Manderemo a lavorare 3 mila giovani nella pubblica amministrazione”. Promette a tutti l’assunzione. Un miracolo. Si presentano infatti in 303.965. E’ la preselezione. 9.016 sono ammessi alla prova scritta. 3.643 ritenuti idonei. Bene.  Il 29 luglio 2020 cominciano la formazione che si concluderà il 31 maggio 2021. Per dieci mesi percepiscono mille euro al mese. La domanda: ma questo concorso come nasce? Semplice. Ci sono comuni campani che hanno bisogno di impiegati. Sono comuni (molti) che non potrebbero neppure assumere con i loro bilanci dissestati. Dove sta il genio di De Luca? Qui. Intuisce l’opportunità. “Ci penso io” assicura. Cosa si inventa? Un corso-concorso. Le persone di buon senso  si sarebbero chiesti: scusi, ma è un corso o è un concorso? E’ una illusione di De Luca, versione Houdini.

 

Prende 100 milioni di euro del fondo Garanzia Giovani, ne aggiunge 10 e affida al Formez la selezione. Parte il corso-concorso (e carrozzone). Inutile evidenziare la presa elettorale. Severino Nappi, consigliere regionale e ordinario di Diritto del Lavoro all’università di Napoli, uno che queste cose se ne intende, dice che l’operazione De Luca è “un abuso di credulità popolare. Non ha spiegato che quanto ha messo in piedi non era altro che un tirocinio.Pperché è di questo che si tratta. Di un tirocinio”. In un video formidabile ha raccolto tutte dichiarazioni di De Luca,  le volte che ha garantito l’ingarantibile. Perché ingarantibile? Perché sono borsisti, non dipendenti. E’ chiaro?

 

A furia di ripetere “sarete assunti”, ci sono cascati come ci casca Pinocchio con l’omino di burro. Ma ora che i dieci mesi sono finiti cosa si fa? Si dovrebbe, così come prevede la Costituzione, svolgere un concorso vero. Da che mondo è mondo (ma non in quello di De Luca) è questa la sola modalità per entrare nella Pubblica amministrazione. I tremila “borsisti” dovrebbero presentarsi di fronte a una commissione ed essere valutati. Abbiamo detto sin dall’inizio che l’uomo che ha organizzato tutto questo è  uno fuori dal comune. La sortita finale?

 

Annusa che può servirsi del decreto Semplificazioni. E’ quel decreto che consente di sbloccare i concorsi e in alcuni casi tagliare alcune prove. De Luca trova un accordo con il ministro Renato Brunetta, uno che però non si fa fesso. Le prove previste sono due? Una (quella orale) è legittimo toglierla, stabilisce Brunetta, ma quella scritta si deve fare. E come si deva tenere? Digitale, scritta, rigorosa. Qual è il problema? Dice Nappi: “De Luca teme che buona parte dei candidati vengano falcidiati dall’esame. Ed è per questo che li monta alla protesta”.

 

Da giorni li aizza contro Brunetta, chiede che venga eliminata anche questa prova, propone: “Chiudiamola con un colloquio”. C’è di più. Ha chiesto aiuto al Pd che ha già presentato in parlamento un emendamento “sconto prova finale”. Uno direbbe. Dopo questa si fermerà. Il contrario. Per De Luca è uno stimolo a continuare. Nel Recovery Plan regionale ci sono 40 milioni che intende destinare al corso-concorso bis. Il problema non è De Luca, ma di chi gli ha lasciato creare la zona De Luca. La sua Campania è la Sant’Elena della ragione.

 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio