Il caso

Casaleggio non vuole dare gli iscritti di Rousseau a Conte "per motivi di privacy"

La lotta per il tesoro digitale dei grillini è destinata a finire in tribunale, molto presto

Simone Canettieri

"Ma tu chi sei?". Per il presidente di Rousseau, l'ex premier non è titolato a chiedere i dati sensibili dell'associazione in quanto non ricopre cariche nel partito. E nemmeno Crimi può farlo, lo stabilisce il tribunale di Cagliari

"Ma lui chi è per chiedermi i dati degli iscritti a Rousseau?". Davide Casaleggio non ha ancora commentato ufficialmente il post di sabato scorso di Giuseppe Conte, ma ai dirigenti di Rousseau che lo hanno interpellato per sapere il da farsi ha risposto così: "E lui chi è?". Lui, nel senso Conte, non è infatti il capo politico del M5s, ma tecnicamente non è nemmeno un iscritto.

Adesso, dalle parti di Rousseau agitano la privacy: i dati personali non possiamo darli al primo che passa, dicono. E Conte, statuto alla mano, è il primo che passa. 

La cosa un po' surreale è che da quando è nata "la piattaforma di democrazia digitale" i più grossi grattacapi sono arrivati proprio dal Garante della privacy che in diverse occasioni ha bacchettato (anche con salate multe) Casaleggio per la scarsa affidabilità di Rousseau nel garantire sicurezza e segretezza durante i voti on line.

E' tutto un gioco degli equivoci, questa storia dei grillini. Perché anche l'ex premier, come nel migliore dei triangoli, sabato ha detto in un certo senso a Casaleggio "e tu chi sei?".

Ovvero: trasferiscimi il database di Rousseau, che coincide con quello del M5s, ti paghiamo gli arretrati e buona notte.

Ma le cose non sono così semplici. Vito Crimi, l'eterno reggente che per il tribunale di Cagliari non regge più nulla, non è titolato a chiedere il tesoro digitale dell'associazione. Perché? C'è un giudice in Sardegna che ha stabilito che il Movimento ha una guida collegiale e che Crimi è scaduto così e che la nuova guida di Rousseau è in mano a un organo collegiale, così stabilito dall'ultima votazione su Rousseau. 

Questo direttorio è in vigore solo sulla carta, però. In quanto  Davide Casaleggio, che reclama 500mila euro di arretrati, non consente il voto sulla sua piattaforma per nominare i componenti dell'organo collegiale che supererebbe lo stallo.

Da qui la scelta di Conte, che da una parte tratta (a nome del M5s è disposto a sborsare circa 180mila euro) e dall'altra è pronto a trasformarsi da Avvocato del popolo ad Avvocato del nuovo Movimento: si vedranno in tribunale.  Come vogliono tutti i divorzi. In mezzo: "la roba", nell'accezione verghiana del termine. 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.