Francesco Boccia (foto LaPresse)

Dilemma amministrative per il Pd

Boccia in missione a Torino

Anche. a Napoli la via non è spianata (e il Pd locale non vuole le primarie)

Marianna Rizzini

Il responsabile pd Enti locali vede nel capoluogo sabaudo gli ex sindaci e i vertici del Pd locale

La parte difficile arriva già all’inizio del viaggio torinese di Francesco Boccia, responsabile Enti Locali del Pd – l’uomo che ha in mano, per conto del partito, il dossier elezioni amministrative. Si tratta dunque di capire che cosa fare (chi candidare) a Roma, Milano, Napoli e Torino, ed è un dossier che, al momento, potrebbe avere questo titolo: città che vai, intoppo che trovi. C’è infatti quella possibilità, accordarsi con il M5s, l’alleato a livello nazionale, possibilità che però, per farsi reale sui territori, implica concessioni, contrattazioni, compromessi. E vai a capire se ne vale sempre la pena, vista l’opposizione interna che si incontra lungo la via. Tuttavia Boccia a Torino,  tappa ufficiale del giro di consultazione interne (a Napoli ha sondato il terreno soltanto in modo ufficioso), la possibilità deve comunque verificarla. E se il sindaco Chiara Appendino, intervenendo ieri in radio a “Un giorno da Pecora”, su Rai Radio1, non ha escluso un incontro, dopo aver avuto con Boccia colloquio telefonico (“oggi non lo vedo, l’ho sentito ieri e se ci sarà modo ci vedremo”), il “confronto e ascolto” con i vertici del partito locale, oggetto della missione su mandato del segretario pd Enrico Letta, ruota attorno ai temi, ma soprattutto ai nomi, con quel primo ostacolo: c’è chi l’allargamento del campo immaginato da Appendino non lo vuole.

Non lo caldeggiano Piero Fassino, Valentino Castellani e Sergio Chiamparino, gli ex sindaci che Boccia incontra nel corso del suo viaggio torinese. Non lo sogna gran parte della base dem, che non condivide l’idea della sindaca uscente, convinta che, “partendo dall’esperienza del Conte bis”, possa “essere interessante poter allargare un progetto che vada anche al di là del M5s …avrebbe un peso maggiore a livello nazionale, ampliare l’orizzonte è utile per una città più forte”. Non lo vedono su percentuali alte neanche i sondaggi “segreti” che considerano rischioso sia lo scenario con i Cinque stelle sia lo scenario senza i Cinque stelle. Quale il percorso, dunque? Enrico Letta ha fatto capire che le primarie sono all’orizzonte. In campo c’è già Stefano Lo Russo, capogruppo pd nel consiglio comunale guidato da Appendino. Già qualche mese fa, infatti, Lo Russo aveva annunciato la volontà di candidarsi in nome  “una Torino che guarda al 2031”. E chissà se oggi pomeriggio, quando Boccia, dopo i colloqui con la segreteria cittadina (Mimmo Carretta) e regionale (Paolo Furia), potrà sciogliere qualche riserva. Ci sono infatti altri nomi che circolano, da Enzo Lavolta a Gianna Pentenero al rettore del Politecnico Guido Saracco all’ex ct della nazionale di pallavolo Mauro Berruto. C’è poi il candidato civico Francesco Tresso, e c’è l’incognita renziani e calendiani.

 

Se poi ci si sposta a Sud, e precisamente a Napoli, si apprende che le primarie non sono benvenute all’interno del Pd, per dirla con le parole del segretario pd napoletano Marco Sarracino (“ci sarà un candidato unitario, superando lo strumento delle primarie”). E anzi: soltanto a dire “primarie”, a Napoli, c’è chi evoca quelle di cinque anni fa (vedi brogli). Intanto l’ex sindaco ed ex governatore della Campania Antonio Bassolino ha annunciato la sua corsa per “riparare Napoli come un meccanico e ricucirla come un sarto”, ha detto a questo giornale. In mezzo, però, c’è sempre il tema dell’accordo Pd-M5s (e il nome del presidente della Camera a Cinque stelle Roberto Fico). Bassolino si augura che il Pd lo sostenga: “Sono un uomo di sinistra, uno dei fondatori del Pd. Parlerò al partito dell’astensionismo”, dice. “Allibito” si dice invece Gennaro Migliore, che per Italia Viva correrebbe alle primarie napoletane (se presenti) a Napoli, davanti al niet alle primarie del pd locale. “Nessuno può dettare legge”, dice Migliore. 
 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.