Foto d'archivio Ansa

editoriali

Un voto contro la giustizia da talk-show

Redazione

Il buon segnale della Camera che vota sulla presunzione di innocenza

Con un voto quasi unanime, la Camera ha approvato gli emendamenti alla legge di delegazione europea che recepiscono nell’ordinamento italiano la direttiva europea del 2016 sul rafforzamento della presunzione di innocenza. La direttiva non fa che stabilire alcuni princìpi di civiltà, che però risuonano come rivoluzionari in un paese come il nostro, da tempo patria di gogne mediatiche e di colpevolizzazione anticipata delle persone coinvolte in casi giudiziari. Ecco spiegati, così, i ben cinque anni di ritardo con cui l’Italia recepisce il testo europeo, così come l’intenso lavoro di mediazione che la nuova Guardasigilli Marta Cartabia ha dovuto svolgere nelle ultime settimane per convincere tutte le forze politiche a raggiungere un accordo.

La direttiva prevede che gli stati membri dell’Unione europea adottino “le misure necessarie a garantire che, fino a quando la colpevolezza di un indagato o imputato non sia stata legalmente provata, le dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorità pubbliche e le decisioni giudiziarie diverse da quelle sulla colpevolezza non presentino la persona come colpevole”. Per autorità pubbliche sono da intendersi “le autorità giudiziarie, di polizia e altre autorità preposte all’applicazione della legge”, così come “altre autorità pubbliche, quali ministri e altri funzionari pubblici”. Insomma, stop alla messa alla gogna degli indagati e alla loro rappresentazione pubblica come delinquenti già accertati (ad esempio attraverso conferenze stampa show dei pm), ancor prima che la loro colpevolezza sia  dimostrata in sede giudiziaria. Per parlare di vero e proprio successo politico a opera del Guardasigilli occorrerà aspettare l’emanazione delle varie norme attuative. Viste le premesse, comunque, il voto della Camera sembra già una conquista. Anche se, come notato dal sottosegretario Francesco Paolo Sisto, resta il paradosso di dover assistere a una battaglia politica su un principio, quello della presunzione di innocenza, che in fondo è già scritto nella nostra Costituzione.

Di più su questi argomenti: