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Il Pd ha già deciso: Malpezzi sarà la capogruppo al Senato

Valerio Valentini

Marcucci pronto a dimettersi, dopo un incontro burrascoso con Letta finito a male parole. I senatori dem raccolgono le firme: Malpezzi unico nome

Lei, passando di gran corsa nel corridoio dei busti del Senato, nega tutto. "Io capogruppo? Non scherziamo. Sto appunto andando in commissione", sorride, evasiva, Simona Malpezzi. E lo fa, la senatrice del Pd, mostrando il dossier che tiene sotto il braccio, quello col logo di Palazzo Chigi. Come per dire, insomma, che intende continuare a svolgere il suo compito di sottosegretario ai Rapporti col Parlamento fino all'ultimo minuto.

 

Che però pare assai prossumo. E non solo perché, Malpezzi, incrociando la collega Alessandra Todde, sottosegretaria come lei ma in quota M5s, già indugia nel parlare dei nuovi assetti nella squadra di governo, annunciando di fatto il suo passo di lato. Ma il punto è che i senatori del PD stanno già raccogliendo le firme necessarie per ufficializzare la sua candidatura. Che al momento, quando mancano appena sei ore alla scadenza delle sottoscrizioni, è l'unica presente. Sembra insomma che toccherà a lei, 48enne milanese di Cernusco sul Naviglio, esponente di quella corrente riformista del Pd che fa capo a Luca Lotti e Lorenzo Gueriji, sostituire Andrea Marcucci. Il quale, alle 14.30, nella Sala Nassirya di Palazzo Madama, annuncerà con ogni probabilità che intende dimettersi e non ricandidarsi alla presidenza del gruppo. Accogliendo, dunque, la richiesta avanzata da Enrico Letta, ansioso di promuovere due donne alla guida delle pattuglie parlamentari dem di Camera e Senato. Ma di certo, dietro la mossa di Marcucci, non c'è affatto una riconciliazione col neo segretario. Anzi, l'incontro di ieri pomeriggio, quello con cui Letta ha ribadito a Marcucci la linea della fermezza ("Devi dimetterti"), è finito a male parole, con reciproco scambio di accuse e rinfacci.

Nel frattempo bisognerà anche individuare la sostituta della Malpezzi. Sarà sempre una donna, e anche lei di Base riformista. Il nome che circola con maggiore insistenza è quello della pistoiese Caterina Biti. Che però, intercettata, si schemrisce: "Io non ne so niente"

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.