Foto LaPresse - Mourad Balti Touati

Il piano Cingolani raccontato con gli appunti dei suoi studenti

Giorgio Bernardini

Un corso intensivo di tre giorni, ideato da Renzi appena prima di lasciare il Pd: l'idea di transizione ecologica del ministro è in quelle lezioni

Buona parte del programma di governo sta negli appunti di poco più di duecento giovani studenti sparsi per l’Italia. Non una struttura, ma un metodo: l’inserimento del costo della sostenibilità nel costo della produzione. Sarebbe una rivoluzione. E ad essere precisi somiglierebbe alla semplificazione della quarta rivoluzione industriale. Ora che Mario Draghi ha iniziato a mostrare al paese qual è la traiettoria che intende imprimere al governo lo sforzo collettivo degli osservatori si concentra nel comprendere che cosa farà davvero per mettere in atto quel cambio di marcia che è la ragione più genuina della nascita dell’esecutivo. Per questo, in molti, cercano d’intercettare l’agenda del cosiddetto super ministro, quello con la poco intellegibile delega alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Ritratti, opere e omissioni del fisico milanese sono già agli atti. Tuttavia, per scovare l’origine del suo intento non è sufficiente ispirarsi a ciò che ha detto o fatto nei vari ambiti d’azione della sua carriera. E’ necessario, piuttosto, restringere la ricerca all’ultima esposizione pubblica del suo pensiero che aveva questo preciso intento: dire agli altri come la pensava.

 

“Cominciare a inserire il costo della sostenibilità nel costo della produzione” è la riga finale vergata negli appunti dei ragazzi che nell’estate del 2019 hanno seguito la lezione di Cingolani alla scuola politica per giovani under 30 “Meritare l’Italia”. La sua conclusione, il suo obiettivo, quello di cui in queste ore starà verosimilmente parlando con il premier. La sua idea di transizione. Che sembra passare da un approccio storico-politico di matrice Kennediana (Robert e il suo discorso sul Pil del 1968) per approdare alla valorizzazione dei cosiddetti “certificati bianchi”, i titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti d’incremento dell'efficienza energetica. “L’intervento più seguito, il più interessante, il più coinvolgente”, dissero a una voce quei giovani uscendo dall’aula magna del resort “Il Ciocco” (in provincia di Lucca, di proprietà della famiglia Marcucci, quel Marcucci). “Una lezione che ci coinvolse facendoci emozionare”, dice oggi una studentessa che prese quegli appunti.

 

  

 

Un corso intensivo di tre giorni ideato e promosso dal senatore Matteo Renzi. Un appuntamento che si è concluso un giorno prima che l’ex premier dicesse il suo “ciaone” al Partito democratico. Tutto ciò che è accaduto fino ad oggi da quel momento, retrospettivamente, sembra compiere il tragitto che porta Cingolani e le sue idee a giurare di fronte al presidente della Repubblica. Leggiamo gli appunti che abbiamo pescato sui quaderni di alcuni studenti. Il fisico iniziò parlando della “tecnologia che dovrebbe supportare la macchina burocratica e dell'importanza di saper regolamentare internet”. Parlò del costo del tempo perso per richiedere i permessi per le aziende. La sua frase fu: “Non temere ciò che non conosci, studialo!”. Si concentrò sull'importanza del progresso – “ciò che differenzia la specie umana dalle altre” – per risolvere anche i problemi che derivano dell'aumento della popolazione mondiale: “Negli ultimi cinquant’anni la popolazione del globo è cresciuta più che negli ultimi cinque mila”.

 

Poi le conseguenze del progresso, per punti: più aumenta l'aspettativa di vita, più diminuisce la sostenibilità sociale. Più aumenta la capacità di movimento, più aumenta il debito ecologico. Più aumenta la capacità di comunicare rapidamente, più aumenta il debito cognitivo. “La scienza – scrive una studentessa – deve mettere le toppe. Ogni toppa creerà un ulteriore problema da mitigare”. Fece infine un focus sull’alimentazione e un approfondimento sull’energia: “Il 20% della popolazione terrestre consuma l'80% dell’energia”: legò questo aspetto all'immigrazione e alla presenza di conflitti, “poiché l’energia pro capite è strettamente collegata all'aspettativa di vita”.

 

L’importanza del Cingolani pensiero è legata alla responsabilità che gli è stata data rispetto alla gestione della parte più cospicua dei fondi che arriveranno all’Italia attraverso il Recovery Fund, almeno il 37 per cento delle risorse complessive. Ad oggi, nel piano, sarebbero dunque previsti 68,9 miliardi di euro (Il 70 per cento da impegnare entro l’anno prossimo e da spendere entro il 2023). E prima di concentrarsi su presunte ed eventuali nuovi organismi, sulla meccanica delle competenze dei ministeri, diventa fondamentale capire il suo criterio. Al termine di quella lezione al Ciocco Cingolani mostrò “CAOSLANDIA”, una mappa che rappresenta la divisione del mondo in base a un criterio di caos e ordine. Infine la conclusione, un programma di governo ante litteram. Non una struttura, ma un nuovo metodo: “Cominciare a inserire il costo della sostenibilità nel costo della produzione”.

 

Di più su questi argomenti: