L'intervista

"Serve un Pd di sindaci ma non un congresso del Pd". Parla Falcomatà

L'idea di un congresso Pd, le ansie della coabitazione con la Lega

Carmelo Caruso

"Il congresso del Pd è da marziani ma serve un Pd con i sindaci riformisti. Siamo accanto al segretario Nicola Zingaretti". Parla il sindaco Pd, di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà

Roma. Anche lei chiederà il congresso del Pd un minuto dopo il giuramento del governo dei migliori? “Io non solo non lo chiederò ma credo che sia da marziani avanzare questa proposta. Cosa diversa è chiedere un coinvolgimento dei sindaci riformisti del Pd. E’ qualcosa che si può fare. Sono sicuro che si farà”. Dice che non esiste un partito nel partito, ma che esistono dei sindaci di sinistra al secondo mandato, una comunità di colleghi amici che hanno dimostrato di essere dei virtuosi dell’amministrazione. A Brescia c’è Emilio Del Bono, a Bergamo c’è Giorgio Gori, a Bologna Virginio Merola, a Bari Antonio Decaro, a Reggio Calabria c’è appunto lui, Giuseppe Falcomatà che è il cognome patrimonio.

 

Il padre si chiamava Italo che a Reggio è stato il nome “primavera”. Si dice che esiste una fronda antizingaretti e che sia capitana da questi sindaci. E’ vero? Ne fa parte? “Non solo non faccio parte ma dico che non esiste nessuna fronda. Credo che si stia raccontando male questo partito. E’ il partito che sta dimostrando, ancora una volta, grande senso di responsabilità. I sindaci del Pd sono accanto al segretario e non contro il segretario”. Falcomatà non chiede il congresso ma “un serio piano vaccinale” e “un ministero della autonomia locali”.   E’ la stessa richiesta che ha presentato il presidente dell’Anci, Decaro, quando è stato ricevuto da Draghi. E infatti, per il sindaco di Reggio, più che ragionare di congresso anticipato è il caso di occuparsi della distanza che c’è tra Roma e le città metropolitane e che, ripete, “hanno dimostrato durante la pandemia di sapere distribuire risorse. I sindaci sono legittimati. A volte si dimentica”.

 

Non è che il Pd sta forse sottovalutando quanto possa essere rischioso governare con la Lega? “Deve preoccuparsi la Lega e non il Pd. Sono loro che si sono convertiti. E può farmi solo piacere. Ma mi auguro davvero che la conversione di Matteo Salvini non si riduca solo a un’operazione di facciata. Io non ho nessun imbarazzo, l’imbarazzo ce l’avrà la Lega”. E’ dell’opinione che Matteo Renzi abbia compiuto un capolavoro? “Se il suo obiettivo era far dimettere Conte e impedire un Conte ter, non c’è dubbio che sia stato un capolavoro. Ritengo tuttavia che la sua non sia stata una grande vittoria. Ha rotto un fronte che si stava faticosamente costruendo”. Lei milita nel partito di Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia-Romagna che starebbe studiando da candidato segretario? “Io sono un amico e un estimatore di Bonaccini e anche questo è qualcosa di diverso dal chiedere il congresso”. Non riesce a dire qualcosa di cattivo contro Zingaretti? “Dico qualcosa di meglio. I sindaci del Pd devono essere coinvolti nel partito perché aggiungono ricchezza. La discussione sul congresso ci impoverisce. Non faccio parte di questa corrente”.

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio