Proroga dello stato di emergenza. Che cosa ha detto Conte

Il premier chiederà al Parlamento di estendere i termini fino al 31 gennaio

Fino a questa mattina era solo un'ipotesi, ma ora arriva la conferma ufficiale. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha confermato che chiederà al Parlamento "la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio". Il Foglio lo scriveva già a metà settembre, oggi il premier lo ha detto ai giornalisti a margine della visita alla scuola media Francesco Gesuè a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta.

 

 

Come dicevamo in un editoriale dello scorso luglio, la proroga dello stato di emergenza ha molte ragioni pratiche a favore, ma suscita anche legittime perplessità su un piano più giuridico e formale, e la forma è essenziale in una democrazia. Le ragioni pratiche sono evidenti: ci sono regimi commissariali che dipendono dallo stato di emergenza e la loro continuità è indispensabile. Ci sono misure straordinarie che incidono sui rapporti di lavoro, per esempio l’estensione della cassa integrazione e il divieto di licenziamento che dipendono dallo stato di emergenza e il rinnovo dello stato d’emergenza poteva essere fatto con altri tempi. C’è poi la questione dei poteri del premier, che in realtà può emanare decreti anche senza lo stato di emergenza, ma che vede agevolato l’iter da questa condizione eccezionale. Dal punto di vista formale però restano aperte alcune questioni: la prima fra tutte è l’esistenza o meno della condizione di emergenza nei fatti. Si obietta, non a torto, che nessuno vieterebbe di proclamare nuovamente lo stato di emergenza e che quindi è improprio prorogarla ora che l’emergenza è cessata. Meno convincenti, invece, sono le critiche che accusano il premier di volersi attribuire poteri straordinari senza ragione: l’uso che si è fatto finora di quei poteri e l’impegno assunto a esercitarli nel modo meno lesivo possibile delle prerogative parlamentari sembrano una risposta sufficiente e convincente.


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