(foto LaPresse)

Togli e metti, il governo e la quadratura del cerchio da 209 miliardi

Simone Canettieri

Azzolina 10, Di Maio 4, De Micheli 70, Patuanelli 120. Dall’aerospazio al servizio civile digitale. L’assalto al forziere del Recovery

Roma. Girano le bozze, belle e impossibili. E come sempre con le pinze incorporate. Tutt’intorno, zampillano miliardi di euro contro l’arsura da Covid. E poi, intanto, si scelgono le direttrici (sei per ora) che porteranno a Bruxelles il Recovery fund. A corredo si incontrano i parlamentari di maggioranza che “vogliono contare”, per far vedere a quelli di opposizione che no, non è vero che è stato già tutto deciso. E che, insomma, il Parlamento sarà “cen-tra-le”. Lontane dai riflettori, le riunioni dei ministri: grillini da una parte, democratici dall’altra e in mezzo i renziani e Roberto Speranza.

 

Eppur si muove, dunque. In vista dell’incontro di questa sera del Ciae (Comitato interministeriale per gli affari europei) coordinato dal premier e dal ministro Enzo Amendola, ecco ancora una carrellata di cose da fare, di soldi da prendere. L’osservata speciale Lucia Azzolina ha scritto sulla lavagna una cifra tonda: 10 miliardi di euro. Con un diagramma: didattica e infrastrutture scolastiche. Per la prima, come recitano i testi azzolianiani, si punterà “sulla digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento e l’adeguamento delle competenze”. Per la seconda macroarea, infrastrutture scolastiche e universitarie, i fondi Ue serviranno alla “digitalizzazione e la transizione green in chiave di efficienza energetica e antisismica ed il cablaggio con fibra ottica”. 

 

 

Fin qui c’è la scuola che verrà nel 2021, anche se l’ansia ormai è tutta al rivolta al presente. E quindi bisogna saltare di capitolo. E passare a Porta Pia dove il ministro Paola De Micheli è pronta a fare breccia con il suo piano “Italia veloce”: 70 miliardi di euro. Si è parlato del ferro, come cura. Ma anche di ponti e tunnel sullo Stretto. Per non parlare delle eterne incompiute, certo. Un gran ballo, questo Recovery party. E non c’è solo il pacchetto Speranza da 68 miliardi di euro. Ecco allora Luigi Di Maio con il dito alzato sulla “priorità” del lavoro stimata a un +10 per cento. Il ministro degli Esteri, comunque, vuole essere della partita, figurarsi. Come? Interventi sulle ambasciate, più una stretta di bulloni al patto per l’export, internazionalizzazione delle imprese, fiere (accesso al fondo 394). Nel caso di Di Maio è la somma che fa il totale: 4 miliardi di euro. Si corre e si va veloce con le addizioni. Se è vero che il piano del Mise si aggira intorno ai 120 miliardi, c’è poi da aggiungere quello a cavallo tra ministero della Difesa (Lorenzo Guerini) e presidenza del Consiglio (Riccardo Fraccaro) sul potenziamento del comparto industriale dell’aerospazio. Dossier trasversali che si intersecano tra loro e che ballano sui 12 miliardi.

 

E Vincenzo Spadafora? Ha sei idee da 1,9 miliardi. Una di queste, condivisa con la collega Paola Pisano (Innovazione), prevede l’istituzione del servizio civile digitale (nuove competenze per i giovani da trasmettere anche ai nonni nella vita di tutti i giorni: dalle bollette all’accesso online ai servizi pubblici). Per lo Sport potrebbe essere una festa e forse l’occasione per rivedere – in maniera sostenibile – gli impianti di tutte le province. Fin qui i desiderata, che adesso dovranno armonizzarsi tra loro. Ed è il lavoro, non semplice, che tocca ad Amendola. Il ministro ieri ha ribadito ai senatori del Pd che il 37 per cento dei 209 miliardi di euro dovrà essere speso “in green” (il ministro dell’Ambiente Sergio Costa annuncia 30 progetti). Nel dubbio, questa sera il governo si riunirà per approvare le sei linee guida del piano: digitalizzazione e innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per la mobilità sostenibile, istruzione formazione e ricerca, equità e inclusione sociale e territoriale e, dulcis in fundo, salute. “Ma la sanità sarà fuori da questo programma?”, è stata la domanda rimbombata a Palazzo Madama. Risposta del ministro: “Al momento sì, è un programma che gestisce Speranza”. Indizi di Mes.