Coronavirus, il teatro Casa Fools di Torino la domenica trasmette uno spettacolo in streaming sui social (LaPresse)

La ripartenza di cultura e turismo tra cautele e slanci. E qualche buona news

Marianna Rizzini

Le misure per aiutare due settori che più di altri stanno soffrendo per l’interruzione totale dell’attività, e per la prospettiva di non poter ricominciare a lavorare come prima

Roma. Sono i giorni delle polemiche tra il premier Giuseppe Conte e gli artisti – che, in un momento di grave incertezza per il settore, e in attesa dei contributi per la ripresa, si sono risentiti per la frase pronunciata del presidente del Consiglio durante la conferenza stampa sul decreto Rilancio (“i nostri artisti che ci fanno tanto divertire”). Al di là delle parole, ci sono due settori che più di altri stanno soffrendo per l’interruzione totale dell’attività, e per la prospettiva di non poter ricominciare a lavorare come prima, non fosse altro che per l’incognita sulla percezione del pericolo nei cittadini: torneranno a uscire? Torneranno a viaggiare e, quando sarà possibile, al museo, al cinema e a teatro? Conte ha parlato dei fondi da destinare alla cultura, promettendo intanto ai lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che nel 2019 hanno versato almeno 7 giorni di contributi un'indennità di 600 euro per i mesi del lockdown. E ha annunciato la creazione di un fondo per la tutela, la fruizione e la digitalizzazione del patrimonio culturale del paese. Ma attori, attrici e lavoratori del settore audio-visivo sono in attesa di risposte precise su alcune questioni di vitale importanza (per esempio sui contratti stracciati), così come gli operatori del turismo e dell’accoglienza che brancolano nel buio ancora su molti nodi del passaggio alla fase 3.

 

Intanto, il ministro della Cultura e del Turismo Dario Franceschini, in video-conferenza, è sceso nel dettaglio delle misure (per un totale di 5 miliardi di euro per i due settori in questione) in favore del turismo interno, delle città d’arte, delle fondazioni lirico sinfoniche, degli organismi dello spettacolo, delle librerie, dell’industria cinematografica, degli autori (anche se in entrambi i settori si teme l'eccessiva “burocratizzazione” che renderebbe difficile l'attuazione delle misure). Il punto critico è quello dei protocolli: i due settori martoriati chiedono certezze da subito, il ministro ha fatto capire che la palla andrà in parte alle Regioni (e questo, come si è già visto, può essere un problema). E se, per quanto riguarda il turismo, Franceschini è intervenuto con decisione per scongiurare l’ipotesi Germania (apertura confini ma non all’Italia e alla Spagna), annunciando “iniziative singole dell'Italia, con diversi colloqui bilaterali con il commissario europeo al turismo e vari ministri dei singoli Stati, e con documenti scritti per chiedere che ci siano regole uniformi a livello europeo per il passaggio delle frontiere dei turisti, per evitare che ci siano accordi bilaterali tra i Paesi”, sugli spettacoli già previsti per i prossimi mesi al chiuso ha fatto riferimento alla possibilità di sfruttare le piazze. “Sarà un’estate creativa”, ha detto, ma è anche su questo punto che il settore spettacolo teme un eccesso successivo di cautela sul campo: chi deciderà che cosa salvare, come e quando? Si arriverà a non decidere, nell'incertezza? Intanto, le cifre: 14 miliardi per il pacchetto turismo (con 2,4 miliardi per il bonus vacanze e 20 milioni nel 2020 di Fondo promozione turistica) e un miliardo per il pacchetto cultura. All’interno, per il turismo, misure di tax credit, sospensione Imu, credito d’imposta per le spese di sanificazione, sospensione della tassa di occupazione di suolo pubblico per bar e ristoranti e, per la cultura, oltre al prolungamento del sostegno economico ai lavoratori dello spettacolo, un fondo emergenza imprese culturali da 210 milioni di euro, più 100 milioni per i musei, l'aumento a 245 milioni del fondo spettacolo, tax credit per l’affitto di cinema e teatri, 10 milioni per la fruizione in digitale di spettacoli non fruibili dal vivo, esenzioni Irap, credito d'imposta. Oltre all'eccesso di regole attuative che, come si è detto, è temuto in entrambi i campi, nel turismo si è alzata la voce di Federalberghi (“il decreto rilancio non basta”). Si vedrà in Parlamento. Franceschini, intanto, intervistato dal Fatto quotidiano, definisce gli artisti “i lavoratori più trascurati nell’emergenza”.

Marianna Rizzini

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.