Mimmo Parisi, Luigi Di Maio (foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Missing Mississippi

Luciano Capone

“Voglio tornare il prima possibile”, così Mimmo Parisi annunciava la sua fuga da Roma. A una radio Usa

Roma. “Spero di poter tornare il più presto possibile. Se ci saranno voli per il ritorno, io sarò su quel volo”. Così Mimmo Parisi, presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive), manifestava la sua ferma intenzione di andarsene dall’Italia per fare ritorno a casa, in America. Era il 28 marzo, due giorni dopo la bocciatura del suo piano industriale. Parisi era ospite del “The Gallo radio show”, programma dell’emittente radiofonica “Supertalk Mississippi”. Lo speaker Paul Gallo aveva invitato Parisi, professore alla Mississippi State University, in collegamento da Roma per parlare dell’epidemia da coronavirus in Italia. E il professore dell’altro mondo, chiamato da Luigi Di Maio per portarci i navigator e l’app per guidarli nel mare del mercato del lavoro, raccontava le restrizioni imposte in Italia: “Total lockdown”. Bisogna stare in casa, non si può andare in bar, ristoranti e negozi. Tutto chiuso. “Si può uscire di casa, per ragioni di necessità, per andare al supermercato o in farmacia”. Ma quando puoi volare per tornare a casa?, chiede preoccupato il conduttore. “In questo momento ho programmato il ritorno per domenica, ma andiamo giorno per giorno. Però sono deciso a tornare”, lo rassicura Parisi.

  

Era evidente quindi la determinazione del presidente dell’Anpal a lasciare quanto prima il paese, nonostante l’agenzia fosse e sia allo sbando. Come dicevamo, esattamente due giorni prima, il 26 marzo, Parisi si era presentato in consiglio di amministrazione per l’approvazione del piano industriale triennale 2020-2022 dell’Anpal, a cui ha lavorato per 13 mesi. Era già passato un quarto del 2020 (ormai siamo a un terzo), ma nonostante il ritardo nell’elaborazione e presentazione del piano il cda dell’Anpal – composto dallo stesso Parisi, dal capo della segreteria tecnica del ministero del Lavoro Giovanni Capizzuto e dall’assessore al Lavoro della regione Lazio Claudio Di Berardino in rappresentanza della Conferenza delle regioni – non lo ha ritenuto soddisfacente. E non lo ha approvato. Sia perché non c’era stata condivisione con le regioni, sia perché il piano di Parisi non è adeguato all’emergenza coronavirus, destinata a sconvolgere il mercato del lavoro e il ruolo delle politiche attive, e che invece il professore del Mississippi indica solo come un elemento di contesto in un paragrafetto su oltre 100 pagine di documento.

 

La conferma che oltre agli affetti anche i suoi interessi siano in America arriva il giorno dopo la bocciatura del piano industriale dell’Anpal: il 27 marzo Mimmo Parisi assume un altro incarico alla Mississippi State University, l’università dove è professore, come “senior advisor for European development”. Il giorno seguente, Parisi annuncia al popolo del Mississippi via radio la sua volontà di tornare a casa e poi, come promesso al “Gallo show”, vola via senza dire nulla ai dipendenti dell’Anpal e ai cittadini italiani che – nonostante gli paghino lo stipendio – hanno meno diritto a sapere di quelli del Mississippi.

 

Nella ricostruzione degli ultimi giorni di Parisi in Italia emergono tutti i problemi del suo incarico: assenza di risultati, incapacità di guidare l’Anpal, incompatibilità e spese eccessive. Per quanto riguarda la gestione dell’Anpal, a un anno dall’incarico, i risultati sono: un’agenzia senza piano industriale, senza il fantomatico software con l’app per la “fase 2” del reddito di cittadinanza per “incrociare domanda e offerta di lavoro”. Poi c’è il tema incompatibilità. Il presidente dell’Anpal da statuto deve lavorare a tempo pieno e non può avere altri rapporti di lavoro subordinati o in conflitto di interessi. A Parisi è scaduta l’aspettativa annuale concessagli dalla Mississippi State University e non si sa se gli sia stata rinnovata. “Non si sa” vuol dire che non lo sa nessuno, neppure il ministero del Lavoro. A un’interrogazione parlamentare sul tema della Lega, il ministro Nunzia Catalfo ha risposto che sta verificando (ormai da oltre un mese) le dichiarazioni di incompatibilità di Parisi e non è stata in grado di dire altro. Anche perché al nodo irrisolto dell’aspettativa, l’uomo scelto da Di Maio ha aggiunto un nuovo incarico part-time, anch’esso incompatibile: dovrà “migliorare la visibilità e la reputazione in Europa” della Mississippi University. Infine il tema delle spese. I parlamentare del Pd Chiara Gribaudo e Tommaso Nannicini hanno denunciato che Parisi ha speso 71 mila euro di voli in business class, 55 mila di noleggio con conducente, 32 mila euro di affitto. Che si aggiungono a 176 mila euro di stipendio. Quasi mille euro al giorno. E per sapere se e quando tornerà, gli italiani devono sintonizzarsi sulle radio del Mississippi.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali